I 7 avrebbero fatto prima ubriacare la giovane per poi violentarla in gruppo, filmando il tutto con i cellulari.
Dagli interrogatori emerge che un indagato si è avvalso della facoltà di non rispondere, mentre gli altri si sono difesi dicendo che la ragazza sarebbe stata consenziente.
Peccato che, dalle indagini tutt’ora in corso, sembra emergere una diversa realtà dei fatti. Dalle intercettazioni telefoniche del cellulare di uno degli indagati, che era stato messo sotto controllo, si sente il ragazzo dire ai suoi complici: "...Lei non voleva, faceva: 'No, basta!". E ancora, sempre dalle stesse intercettazioni si udiva il giovane invitare gli amici a cancellare i video dai cellulari per evitare che cadessero in mano alla Polizia.
Sabato scorso è stato interrogato l'unico indagato minorenne all'epoca dei fatti. Il ragazzo - che ha compiuto 18 anni solo qualche giorno dopo i terribili avvenimenti - è stato l’unico dei 7 a rilasciare una confessione e ad ammettere la violenza. Il giovane è stato poi scarcerato dal giudice e affidato temporaneamente ai servizi sociali.
Su questa decisione, la Procuratrice per i minorenni ha già fatto appello, trattandosi di fatti particolarmente gravi. Restano in carcere gli altri giovani finiti in manette già a inizio agosto.
Reato di violenza sessuale di gruppo: chi la compie se la cava con poco?
Il delitto di violenza sessuale di gruppo è disciplinato dall’articolo 609 octies del Codice Penale e consiste nella partecipazione, da parte di più persone riunite, ad atti di violenza sessuale a danno di un individuo.
Affinché si realizzi tale delitto, come per lo stupro, occorrono 2 elementi fondamentali: la presenza di atti sessuali e l’assenza di consenso della vittima.
Gli atti sessuali sono tutti quegli atti che prevedono il contatto fisico con le zone erogene del corpo (seni, organi genitali, cosce, collo ecc.) e sono invasivi della sfera sessuale della vittima.
Mentre, per assenza del consenso, significa che la vittima si è trovata costretta, mediante violenza o minaccia a compiere o subire gli atti sessuali.
Nel caso di violenza sessuale, e quindi anche per quella di gruppo, basta che la vittima si opponga, anche se inizialmente aveva dato il proprio consenso.
La violenza sessuale di gruppo è uno dei reati più gravi e aberranti, in quanto comporta delle ripercussioni fisiche e psicologiche devastanti per la vittima. Pertanto, tale reato è punito severamente dalla legge italiana. Infatti, per chiunque commetta atti di violenza di gruppo è prevista la reclusione dagli otto ai quattordici anni. Ed è questo che rischiano i 7 indagati, a meno che il giudice non ammetta delle attenuanti.
In particolare, il quarto comma dell’articolo 609 octies c.p. prevede diminuzioni della pena in alcuni casi specifici:
- nel caso in cui il contributo del partecipe sia risultato di “minima importanza”;
- nel caso in cui il partecipe sia stato indotto a commettere il reato da chi su di lui esercitava poteri di autorità, direzione o vigilanza;
- nel caso in cui il partecipe, minore degli anni diciotto o in stato di infermità o deficienza psichica, risulti essere stato indotto da altri al reato.