Un recentissimo provvedimento della terza sezione civile della Corte di Cassazione potrebbe fare da apripista per una pluralità di ricorsi di cittadini, danneggiati dal rumore autostradale. È quanto sostiene Assoutenti, un'associazione che, da decenni, si occupa di tutelare e promuovere i fondamentali diritti dei consumatori.
L'ordinanza n. 631 dei giudici di piazza Cavour ha, infatti, confermato in via definitiva il danno esistenziale, arrecato dai rumori autostradali patiti da una famiglia di Varazze, in provincia di Savona, e residente in prossimità della A10. La società Autostrade per l'Italia dovrà, ora, risarcirla con un milione di euro, così come già in precedenza stabilito dalla Corte d'Appello di Genova.
In particolare, i fatti di causa - che hanno trascinato la famiglia e Aspi innanzi al giudice di legittimità - avevano evidenziato l'assenza di adeguate barriere fonoassorbenti, in corrispondenza del tratto di autostrada limitrofo all'abitazione della famiglia risarcita. Rumori assordanti e inquinamento legato ai fumi delle automobili erano all'ordine del giorno, tanto da aver spinto questi cittadini varazzini all'azione legale.
In giudizio, questi ultimi sono stati in grado di provare la violazione dell'art. 844 del c.c. in tema di immissioni e la violazione del fondamentale diritto alla salute, ottenendo quindi un provvedimento favorevole e che intende compensare, altresì, il correlato deprezzamento del valore dell'immobile. In particolare, nella pronuncia in esame la Cassazione ricorda che il citato diritto alla salute deve ritenersi prioritario rispetto agli interessi delle concessionarie e "valore prevalente rispetto a qualsiasi esigenza della produzione, in quanto funzionale al diritto ad una normale qualità della vita".
Come è noto, le barriere fonoassorbenti in autostrada servono a ridurre il rumore del traffico, soprattutto in zone residenziali o in prossimità di aree sensibili, come scuole o ospedali. Queste barriere sono progettate per assorbire o deviare il suono prodotto dai veicoli, diminuendo l'impatto acustico sulle abitazioni e sull'ambiente circostante.
La decisione della Corte costituisce e costituirà - dicevamo - un precedente nient'affatto irrilevante. O, almeno, questa è la posizione di Assoutenti, secondo cui, d'ora in avanti, potranno moltiplicarsi - in tutta Italia - analoghe cause risarcitorie contro Aspi e gli altri gestori autostradali, su iniziativa di persone che vivono in case adiacenti a tratti di autostrada sprovvisti di barriere fonoassorbenti.
L'ordinanza n. 631 dei giudici di piazza Cavour ha, infatti, confermato in via definitiva il danno esistenziale, arrecato dai rumori autostradali patiti da una famiglia di Varazze, in provincia di Savona, e residente in prossimità della A10. La società Autostrade per l'Italia dovrà, ora, risarcirla con un milione di euro, così come già in precedenza stabilito dalla Corte d'Appello di Genova.
In particolare, i fatti di causa - che hanno trascinato la famiglia e Aspi innanzi al giudice di legittimità - avevano evidenziato l'assenza di adeguate barriere fonoassorbenti, in corrispondenza del tratto di autostrada limitrofo all'abitazione della famiglia risarcita. Rumori assordanti e inquinamento legato ai fumi delle automobili erano all'ordine del giorno, tanto da aver spinto questi cittadini varazzini all'azione legale.
In giudizio, questi ultimi sono stati in grado di provare la violazione dell'art. 844 del c.c. in tema di immissioni e la violazione del fondamentale diritto alla salute, ottenendo quindi un provvedimento favorevole e che intende compensare, altresì, il correlato deprezzamento del valore dell'immobile. In particolare, nella pronuncia in esame la Cassazione ricorda che il citato diritto alla salute deve ritenersi prioritario rispetto agli interessi delle concessionarie e "valore prevalente rispetto a qualsiasi esigenza della produzione, in quanto funzionale al diritto ad una normale qualità della vita".
Come è noto, le barriere fonoassorbenti in autostrada servono a ridurre il rumore del traffico, soprattutto in zone residenziali o in prossimità di aree sensibili, come scuole o ospedali. Queste barriere sono progettate per assorbire o deviare il suono prodotto dai veicoli, diminuendo l'impatto acustico sulle abitazioni e sull'ambiente circostante.
La decisione della Corte costituisce e costituirà - dicevamo - un precedente nient'affatto irrilevante. O, almeno, questa è la posizione di Assoutenti, secondo cui, d'ora in avanti, potranno moltiplicarsi - in tutta Italia - analoghe cause risarcitorie contro Aspi e gli altri gestori autostradali, su iniziativa di persone che vivono in case adiacenti a tratti di autostrada sprovvisti di barriere fonoassorbenti.