La manovra prevede un taglio alle pensioni che superano di quattro volte il minimo: quindi pensioni di circa 1650 euro mensili che, come fanno notare i sindacati, non rientrano tra quelle considerabili come "ricche".
Inoltre, stando a un calcolo del Dipartimento Previdenza della Cgil e dello Spi, le pensioni che nel 2022 ammontavano a 1732 euro arriverebbero, oggi, a 968 euro mensili. Allargando il calcolo alle varie pensioni, si può affermare che la perdita partirà da 8.772 euro annui per un pensionato che percepisce 1.732 euro netti, fino a 44.462 euro annui per chi ne percepisce 2.646.
Ma come viene deciso il taglio delle pensioni? Tutto viene stabilito in base al meccanismo di indicizzazione che, stabilitasi l'inflazione all'1,5%, prevede il recupero:
- pieno di queste somme dalle pensioni che superano di quattro volte la minima;
- dell'85% per quelle tra 4 e 5 volte;
- 47% tra le 6 e le 8 volte l'importo minimo;
- 37% per le 9 volte l'importo minimo;
- 22% per l'ultimo scaglione.