Il sistema previdenziale italiano prevede che i
periodi di malattia o infortunio non penalizzino il lavoratore ai fini della
pensione. L'INPS, infatti, accredita dei
contributi figurativi per questi periodi di assenza, in modo che il tempo trascorso senza lavorare per motivi di salute venga comunque preso in considerazione nel
calcolo del trattamento pensionistico.
Dal 2013, l’INPS accredita automaticamente i contributi figurativi per i periodi di malattia coperti da indennità durante il rapporto di lavoro dipendente. Se, invece, non è prevista l’indennità (come nei casi di malattia senza
contratto di lavoro attivo), il lavoratore dovrà fare
richiesta all’INPS allegando il certificato medico o altri documenti che provano la malattia o il ricovero.
I contributi figurativi per malattia o infortunio sono utili sia per raggiungere il
requisito contributivo necessario per la pensione, sia per determinare l’
importo della pensione stessa. Per alcuni lavoratori con il
calcolo misto, esiste un
limite di 35 anni di contribuzione "effettiva", ma questo non riguarda chi si trova nel sistema
contributivo puro o i
dipendenti pubblici.
Inoltre, i contributi figurativi per malattia non sono validi se il lavoratore decide di versare
contributi volontari durante il periodo di
malattia. Questa regola dipende dal tipo di iscrizione previdenziale e dalla data di decorrenza della pensione.
Requisiti per ottenere i contributi figurativi
Per poter beneficiare dei contributi figurativi durante la malattia o l'infortunio, è necessario rispettare alcuni requisiti:
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almeno un contributo versato: il lavoratore deve avere almeno una settimana di contributi versati prima dell’inizio della malattia o dell’infortunio;
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durata dell’assenza: la malattia o l'infortunio devono durare almeno 7 giorni consecutivi;
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certificato medico: se l’INPS non eroga l’indennità di malattia, è necessario presentare un certificato medico che attesti la data di inizio e la durata della malattia o dell’infortunio.
I limiti della contribuzione figurativa
Dal 1° gennaio 2012, il periodo massimo di contributi figurativi per malattia o infortunio è stato fissato a 22 mesi (equivalenti a 96 settimane) durante tutta la vita lavorativa. Questo limite è stato introdotto in modo graduale nel tempo, come segue:
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fino al 31 dicembre 1996: 12 mesi;
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dal 1° gennaio 1997: aumento graduale fino a 22 mesi;
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dal 1° gennaio 2012: 22 mesi.
Esiste una specifica
eccezione al limite di 22 mesi per chi diventa
permanentemente incapace di lavorare a causa di un
infortunio sul lavoro. In questi casi, i contributi figurativi
possono superare il limite previsto, ma solo se il lavoratore r
inuncia alla pensione di inabilità.
Malattia e pensione anticipata
Le norme precedenti stabilivano che i periodi di malattia e infortunio non venissero conteggiati per i 35 anni di contribuzione "effettiva" richiesti per la
pensione anticipata. Tuttavia, due recenti sentenze della
Corte di Cassazione hanno cambiato la situazione: ora, per la pensione anticipata ordinaria (42 anni e 10 mesi per gli uomini, 41 anni e 10 mesi per le donne),
non è più necessario sottrarre i periodi di malattia dal calcolo della contribuzione.