Per i lavoratori notturni c’è la possibilità di andare prima in pensione rispetto ad altre categorie di lavoratori. Tuttavia, bisogna fare attenzione ai requisiti richiesti per accedere alla pensione anticipata poiché i presupposti cambiano in base a determinate condizioni.
Quali sono i requisiti agevolati per la pensione anticipata nel caso di lavoro notturno?
In realtà, i lavoratori autonomi possono usufruire di questo beneficio perché la legge considera il lavoro notturno come lavoro usurante: ossia, il lavoro notturno viene ricompreso tra le attività lavorative particolarmente faticose e pesanti.
La normativa (le Norme in materia di orario di lavoro) stabilisce che il lavoro notturno è l’attività lavorativa svolta durante il c.d. periodo notturno. Nello specifico, il periodo notturno è il periodo di almeno sette ore consecutive compreso tra la mezzanotte e le cinque del mattino.
Come precisato anche dall’INPS, la possibilità di andare in pensione prima può essere riconosciuta ai lavoratori pubblici o privati che hanno svolto attività lavorative usuranti per almeno 7 anni o per almeno metà della vita lavorativa totale.
Dunque, quali sono le condizioni agevolate per accedere al trattamento pensionistico anticipato? La risposta non è così semplice in quanto l’età anagrafica minima, che bisogna raggiungere, cambia in relazione ai giorni di lavoro notturno svolti durante l’anno.
Però, occorre subito precisare che, nel caso di lavoro notturno, ai requisiti agevolati per andare prima in pensione non si applicano gli adeguamenti alla speranza di vita previsti per gli anni 2019, 2021, 2023 e 2025.
Per i lavoratori dipendenti notturni che svolgono attività lavorativa per periodi di durata pari all’interno anno lavorativo o per almeno 78 giorni all’anno, il beneficio consiste nella possibilità di andare in pensione con un’anzianità contributiva minima di 35 anni, una età minima di 61 anni e 7 mesi ed il contestuale perfezionamento della quota 97,6 (somma di età e anzianità contributiva).
Per gli autonomi, vale la stessa regola, ma con una differenza: l’anzianità contributiva minima è sempre di 35 anni, ma bisogna aggiungere un anno all’età minima di anzianità (non 61 anni e 7 mesi, ma 62 anni e 7 mesi) con quota 98,6.
Quando i lavoratori dipendenti notturni svolgono l’attività lavorativa per un numero di giorni da 72 a 77 all’anno, i valori di età e di quota pensionistica aumentano. Infatti, per la pensione anticipata, occorre raggiungere quota 98,6 (somma di età e anzianità contributiva) con un’età minima di 62 anni e 7 mesi e un’anzianità contributiva minima di 35 anni.
Anche in questo caso, come precisato dall’INPS, per gli autonomi si segue la regola che abbiamo visto: sono comunque necessari 35 anni di contributi, ma si deve aggiungere un anno all’età minima di anzianità (non 62 anni e 7 mesi, ma 63 anni e 7 mesi) con quota 99,6.
Infine, se i lavoratori dipendenti notturni sono occupati per un numero di giorni da 64 a 71 all’anno, i requisiti cambiano ancora. In questa situazione, il dipendente potrà andare anticipatamente in pensione soltanto con un’anzianità contributiva minima di 35 anni, una età minima di 63 anni e 7 mesi ed il contestuale perfezionamento della quota 99,6 (somma di età e anzianità contributiva).
Ancora una volta, per gli autonomi, occorre aumentare di un anno l’età minima di anzianità. Quindi, resta fermo il requisito dell’anzianità contributiva minima di 35 anni, ma bisogna raggiungere l’età di 64 anni e 7 mesi (e non 63 anni e 7 mesi), con quota 100,6.
In conclusione, occorre prestare molta attenzione. È vero che i lavoratori notturni possono usufruire di requisiti agevolati per andare prima in pensione, ma è anche vero che l’età anagrafica necessaria cambia in relazione al lavoro svolto durante la notte.
Quali sono i requisiti agevolati per la pensione anticipata nel caso di lavoro notturno?
In realtà, i lavoratori autonomi possono usufruire di questo beneficio perché la legge considera il lavoro notturno come lavoro usurante: ossia, il lavoro notturno viene ricompreso tra le attività lavorative particolarmente faticose e pesanti.
La normativa (le Norme in materia di orario di lavoro) stabilisce che il lavoro notturno è l’attività lavorativa svolta durante il c.d. periodo notturno. Nello specifico, il periodo notturno è il periodo di almeno sette ore consecutive compreso tra la mezzanotte e le cinque del mattino.
Come precisato anche dall’INPS, la possibilità di andare in pensione prima può essere riconosciuta ai lavoratori pubblici o privati che hanno svolto attività lavorative usuranti per almeno 7 anni o per almeno metà della vita lavorativa totale.
Dunque, quali sono le condizioni agevolate per accedere al trattamento pensionistico anticipato? La risposta non è così semplice in quanto l’età anagrafica minima, che bisogna raggiungere, cambia in relazione ai giorni di lavoro notturno svolti durante l’anno.
Però, occorre subito precisare che, nel caso di lavoro notturno, ai requisiti agevolati per andare prima in pensione non si applicano gli adeguamenti alla speranza di vita previsti per gli anni 2019, 2021, 2023 e 2025.
Per i lavoratori dipendenti notturni che svolgono attività lavorativa per periodi di durata pari all’interno anno lavorativo o per almeno 78 giorni all’anno, il beneficio consiste nella possibilità di andare in pensione con un’anzianità contributiva minima di 35 anni, una età minima di 61 anni e 7 mesi ed il contestuale perfezionamento della quota 97,6 (somma di età e anzianità contributiva).
Per gli autonomi, vale la stessa regola, ma con una differenza: l’anzianità contributiva minima è sempre di 35 anni, ma bisogna aggiungere un anno all’età minima di anzianità (non 61 anni e 7 mesi, ma 62 anni e 7 mesi) con quota 98,6.
Quando i lavoratori dipendenti notturni svolgono l’attività lavorativa per un numero di giorni da 72 a 77 all’anno, i valori di età e di quota pensionistica aumentano. Infatti, per la pensione anticipata, occorre raggiungere quota 98,6 (somma di età e anzianità contributiva) con un’età minima di 62 anni e 7 mesi e un’anzianità contributiva minima di 35 anni.
Anche in questo caso, come precisato dall’INPS, per gli autonomi si segue la regola che abbiamo visto: sono comunque necessari 35 anni di contributi, ma si deve aggiungere un anno all’età minima di anzianità (non 62 anni e 7 mesi, ma 63 anni e 7 mesi) con quota 99,6.
Infine, se i lavoratori dipendenti notturni sono occupati per un numero di giorni da 64 a 71 all’anno, i requisiti cambiano ancora. In questa situazione, il dipendente potrà andare anticipatamente in pensione soltanto con un’anzianità contributiva minima di 35 anni, una età minima di 63 anni e 7 mesi ed il contestuale perfezionamento della quota 99,6 (somma di età e anzianità contributiva).
Ancora una volta, per gli autonomi, occorre aumentare di un anno l’età minima di anzianità. Quindi, resta fermo il requisito dell’anzianità contributiva minima di 35 anni, ma bisogna raggiungere l’età di 64 anni e 7 mesi (e non 63 anni e 7 mesi), con quota 100,6.
In conclusione, occorre prestare molta attenzione. È vero che i lavoratori notturni possono usufruire di requisiti agevolati per andare prima in pensione, ma è anche vero che l’età anagrafica necessaria cambia in relazione al lavoro svolto durante la notte.