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Pensione anticipata, puoi ottenere cinque anni di contributi in più se rientri in queste categorie di invalidi: ecco quali

Pensione anticipata, puoi ottenere cinque anni di contributi in più se rientri in queste categorie di invalidi: ecco quali
Alcune categorie di invalidi, individuati dalla legge, possono richiedere due mesi di maggiorazione contributiva. Vediamo nello specifico chi può farlo e come ottenere la maggiorazione
Ai sensi dell'art. 80, comma 3, della legge 388/2000, i lavoratori affetti da invalidità superiore al 74%, o ascritta ad una delle categorie della Tabella A, allegata al D.P.R. 834/1981, possono richiedere una maggiorazione contributiva di due mesi per ogni anno di servizio, fino ad un massimo di 5 anni. Vediamo alcuni esempi, elencati nella Tabella A:
  • perdita dei quattro arti fino al limite della perdita totale delle due mani e dei due piedi insieme;
  • cardiopatie organiche in stato di permanente scompenso o con grave e permanente insufficienza coronarica ECG accertata;
  • distruzioni di ossa della faccia, specie dei mascellari e tutti gli altri esiti di lesione grave della faccia stessa e della bocca, tali da menomare notevolmente la masticazione, la deglutizione o la favella, oppure da apportare evidenti deformità, nonostante la protesi;
  • epilessia con manifestazioni frequenti;
  • psico-nevrosi gravi (fobie persistenti).
Queste sono solo alcune delle categorie di invalidità elencate nella Tabella A, ascrivibili per la maggior parte dei casi alle menomazioni permanenti.

Vediamo ora come si fa richiesta.
La domanda deve essere presentata all'Inps, allegando la documentazione della Commissione Medica che ha riconosciuto l'invalidità o la menomazione permanente, per certificare la stessa. La maggiorazione sarà, poi, effettivamente riconosciuta nel momento in cui verrà inoltrata la domanda di pensione, trattandosi di contributi figurativi, validi per il calcolo delle sole quote di pensione retributiva.

Infine, è importante ricordare che la maggiorazione serve a raggiungere più velocemente l’anzianità contributiva necessaria per il diritto alla pensione, ma non ne aumenta l’importo per la parte calcolata con il metodo contributivo.


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