Il sistema giuridico previdenziale prevede la possibilità di pensionamento anticipato per alcune categorie di lavoratori che versano in condizioni di maggiore fragilità.
Ecco le principali misure di pensionamento anticipato:
1. Assegno ordinario di invalidità e pensione di inabilità lavorativa
In entrambi i casi, il requisito richiesto è il versamento di soli 5 anni di contributi, di cui 3 devono essere stati versati nei 5 anni precedenti alla domanda per ottenere la pensione anticipata. Le due misure prevedono, tuttavia, alcune differenze:
Ecco le principali misure di pensionamento anticipato:
1. Assegno ordinario di invalidità e pensione di inabilità lavorativa
In entrambi i casi, il requisito richiesto è il versamento di soli 5 anni di contributi, di cui 3 devono essere stati versati nei 5 anni precedenti alla domanda per ottenere la pensione anticipata. Le due misure prevedono, tuttavia, alcune differenze:
- per l’assegno ordinario di invalidità, è richiesta una percentuale di invalidità pari al 67% mentre, per la pensione di inabilità lavorativa, il soggetto dev’essere al 100% incapace di svolgere attività lavorativa;
- l’assegno ordinario di invalidità viene erogato per 3 anni e può essere rinnovato per un massimo di tre volte consecutive; diversamente, la pensione di inabilità non ha scadenze.
2. Ape Sociale
L'Ape Sociale è un’indennità erogata dallo Stato tramite l’INPS, destinata a lavoratori con almeno 30 anni di contributi, che abbiano compiuto 63 anni e 5 mesi. L'importo dell'indennità può arrivare fino a 1.500 euro lordi al mese; essa viene corrisposta fino al raggiungimento dell’età pensionabile. Possono beneficiarne anche i disoccupati, i caregiver (che prestano cure a familiari disabili gravi), i lavoratori del settore edile e quelli con mansioni gravose.
3. Quota 41 precoce
Può essere richiesta dai lavoratori che siano in possesso di un minimo di 41 anni di contributi e con percentuale di invalidità pari o superiore al 74%. In tal caso, però, sebbene non sia previsto alcun requisito circa l’età anagrafica dei richiedenti, è necessario che gli stessi abbiano versato almeno un anno di contributi prima del compimento del diciannovesimo anno di età.
Inoltre, anche nel 2025 ci sarà la possibilità di andare in pensione con l’80% di invalidità. Tale possibilità è riconosciuta ai lavoratori del settore privato che abbiano una percentuale di invalidità pari o superiore all’80%. Qualora gli stessi abbiano versato almeno 20 anni di contributi, potranno infatti accedere alla pensione con undici anni di anticipo rispetto all’età pensionabile prevista (67 anni). Quanto ai requisiti anagrafici, mentre per le donne l’età minima richiesta è pari a 56 anni, per gli uomini è pari, invece, a 61 anni di età.
Sei donna, madre di un figlio e presti cura ad un parente disabile (caregiver)?
Ebbene, anche per te sarà possibile accedere alla pensione minima una volta raggiunti i 60 anni di età.
Con la L. 213/2023 (legge di bilancio 2024), il legislatore ha riconosciuto alle lavoratrici caregiver il diritto a “Opzione donna”, la summenzionata misura sperimentale che consente alle lavoratrici di ottenere un trattamento pensionistico con requisiti notevolmente ridotti.
In particolare, per effetto delle previsioni della citata legge, i requisiti richiesti alla lavoratrice caregiver sono i seguenti:
- compimento, entro il 31 dicembre 2023, di 61 anni di età, ridotti a 59 anni con 2 o più figli, ed a 60 anni di età con un unico figlio;
- raggiungimento di 35 anni di contributi entro il 31 dicembre 2023;
- attesa di un periodo - finestra, a partire dalla data di maturazione dell’ultimo requisito e sino alla decorrenza della pensione, pari a 12 mesi per le lavoratrici dipendenti, 18 mesi per le autonome.
Quanto alle condizioni soggettive, occorre rientrare in uno dei seguenti profili di tutela:
- assistere - al momento della richiesta di prepensionamento e da almeno sei mesi - il coniuge o un parente di primo grado convivente con handicap in situazione di gravità accertata (ai sensi dell'art. 3 della legge 104), ovvero un parente o un affine di secondo grado convivente, qualora i genitori o il coniuge della persona affetta da disabilità in situazione di gravità abbiano compiuto i 70 anni d'età oppure siano anch'essi affetti da patologie invalidanti o siano deceduti o mancanti;
- soffrire una riduzione della capacità lavorativa, accertata dalle competenti commissioni per il riconoscimento dell'invalidità civile, superiore o uguale al 74%;
- essere lavoratrice licenziata o dipendente da imprese per le quali è attivo un tavolo di confronto per la gestione della crisi aziendale presso la struttura per la crisi d'impresa, istituita presso il Ministero delle Imprese e del Made in Italy (art. 1, comma 852, L. 296/2006).
In riferimento a quest’ultima categoria, cioè le lavoratrici licenziate o dipendenti da imprese in crisi, si potrà accedere con 59 anni e 35 anni di contributi entro il 31 dicembre 2023, a prescindere dal numero di figli.