Infatti, a cena già cominciata – erano stati appena serviti gli antipasti– sono stati informati dal personale del locale che il pos si era rotto e che, per quella sera, avrebbero accettato solo contanti. I due hanno subito comunicato di avere solo carte, convinti di poter trovare una soluzione per ovviare al problema e gustarsi una cena in santa pace.
Ovviamente, può capitare ad ogni ristorante una serata no: il cameriere non si presenta, la cassa si inceppa e il pos non funziona. Quello che ha fatto rimanere di stucco il giornalista è stata la mancanza di alternative e di volontà di bypassare il problema del locale. A niente sono servite le alternative proposte dai due: di andare a prelevare poi al bancomat, di lasciare un documento e passare il giorno dopo a saldare.
Insomma, non c’è stato verso di convincere cameriere e proprietario, che hanno invitato i due ad alzarsi e ad andarsene, senza mangiar nulla e con gli antipasti ancora in tavola.
Pos obbligatorio, cosa prevede la legge?
Il Governo poco tempo fa aveva cercato di introdurre una soglia minima di 60 euro per i pagamenti con carta al POS, sotto la quale i commercianti avrebbero potuto dire di no ai pagamenti con carta. La Commissione Europea ha bocciato tale misura. Quindi, ad oggi, per commercianti e professionisti non c’è alcuna soglia per rifiutare i pagamenti con Pos, senza incorrere in sanzioni.
Il decreto Legge 36 del 30 aprile 2022 del Consiglio dei ministri rende obbligatorio accettare i pagamenti elettronici, pena l’applicazione di una sanzione. La multa prevista è di 30 euro più il 4% del valore della transazione per la quale viene rifiutato il pagamento elettronico. Ad esempio, se un commerciante rifiuta il pagamento con carta di 100 euro, quest’ultimo incorrerà in una multa di 34 euro (30 euro di multa a cui va aggiunto il 4% di 100 euro).
Ciò vale sia per i commercianti (ristoratori, baristi, negozi di abbigliamento ecc.) che per diverse categorie di lavoratori e professionisti quali: elettricisti, idraulici, fabbri, artigiani e ancora avvocati, ingegneri, geometri, commercialisti, medici, dentisti e così via.
Ci sono delle eccezioni alla norma. La multa, infatti, non è prevista «nei casi di oggettiva impossibilità tecnica». Ossia, se manca la linea o se il Pos è rotto, non si può comminare la multa.
Ovviamente, in caso di guasto, l’esercente deve far riparare l’apparecchio il prima possibile. Il consumatore, dal canto suo, può sempre segnalare il commerciante scorretto, che non ha intenzione di riparare il pos, alla Guardia di Finanza (al numero gratuito 117).
Cosa fare in caso di pos rotto?
Come nello sfortunato caso del giornalista, cosa fare se il pos è rotto e non si hanno contanti? A questo punto sta alle parti trattare: se il cliente non ha contanti con sé, può indicare un'alternativa per il pagamento, come un bonifico istantaneo o altre modalità di pagamento elettronico (per esempio Satispay). Il ristoratore non può obbligare il cliente a recarsi a un bancomat e, ovviamente, se non salda non può nemmeno trattenere il cliente nel ristorante. In alternativa, l’avventore potrebbe lasciare le sue generalità al ristoratore (o addirittura un documento “in pegno”) affinché quest’ultimo possa sentirsi tutelato per un'eventuale azione legale, in caso in cui il cliente non torni a saldare, ed il cliente possa godersi una meritata cena senza stress.