Innanzitutto, quando si parla di malattia professionale, si fa riferimento ad una patologia che il lavoratore contrae in occasione dello svolgimento dell'attività lavorativa, spesso dovuta all'esposizione prolungata a fattori presenti nell'ambiente di lavoro.
Essa, quindi, può essere definita come l'infermità psichica e/o fisica del lavoratore causata dallo svolgimento di una determinata attività lavorativa. In particolare, la malattia professionale rileva quando l'evento patologico risulta connesso al rischio specifico oppure generico, aggravato dall’attività lavorativa svolta.
Diverso invece è l'infortunio sul lavoro, il quale costituisce un evento che provoca un danno fisico immediato e riconoscibile, causato da un fattore esterno e violento, con conseguenze che possono portare persino alla morte. Al contrario, la malattia professionale è il risultato di un processo graduale, legato a esposizioni prolungate a fattori di rischio, che non agiscono in modo violento.
Le malattie professionali si dividono in due categorie principali: tabellate e non tabellate.
Le malattie tabellate sono quelle elencate nelle due tabelle redatte dall'INAIL, una dedicata alle industrie e l'altra al settore agricolo. Queste malattie possono derivare da specifiche lavorazioni o dall'esposizione a determinati agenti chimici o fisici, indicati nelle tabelle stesse. Per queste patologie, è obbligatorio presentare la denuncia entro un periodo stabilito, calcolato dalla cessazione dell'attività lavorativa a rischio, noto come periodo massimo di indennizzabilità.
Un'eccezione significativa riguarda le patologie associate all'esposizione all'amianto. Per queste, non esiste un limite temporale massimo per richiedere l'indennizzo, dato il riconosciuto legame tra l'amianto e gravi malattie, come il mesotelioma e altre forme di cancro.
L'INAIL (Istituto Nazionale per l'Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro) è un ente pubblico non economico, che fornisce supporto ai lavoratori assicurati i quali subiscano infortuni sul lavoro o sviluppiano malattie professionali. Questo ente offre un'ampia gamma di prestazioni che includono assistenza economica, sanitaria, socio-sanitaria e integrativa per coloro che sono stati colpiti da infortuni o patologie legati al lavoro.
Tra le prestazioni più significative offerte dall'INAIL vi è la rendita mensile, che serve a indennizzare il danno biologico subito dal lavoratore e la conseguente riduzione della sua capacità lavorativa. Questo indennizzo, di natura strettamente compensativa, non può mai eccedere l'importo corrispondente al danno effettivamente subito dall'assicurato.
È bene, inoltre, evidenziare che le prestazioni economiche erogate dall'INAIL sono in gran parte esenti da tassazione. Inoltre, ad eccezione dell'indennità temporanea e dell'integrazione della rendita diretta, queste somme non possono essere pignorate, garantendo così una tutela economica solida e sicura per i lavoratori coinvolti.
Per ottenere le prestazioni INAIL sussistono però delle regole. In particolare, ai sensi dell’art. 112, del D.P.R. n. 1124/65, l’azione per conseguire le prestazioni Inail si prescrive nel termine di tre anni dal giorno dell’infortunio o da quello della manifestazione della malattia professionale. Tale termine, tuttavia, può essere sospeso per un massimo di 150 giorni durante la procedura di liquidazione delle indennità, concedendo così al lavoratore una finestra temporale più ampia per formalizzare la richiesta.
Il termine di prescrizione può partire da due momenti distinti:
- dalla data dell'infortunio, se riconosciuto immediatamente;
- dal momento in cui i sintomi della malattia professionale diventano evidenti, rendendo chiara la loro gravità e il loro impatto sulla capacità lavorativa.
Stabilire il momento da cui cominciano a decorrere i termini risulta particolarmente rilevante quando la malattia non è subito qualificabile come infortunio. In tali casi, è necessario attendere il completamento delle indagini mediche e la formulazione di una diagnosi chiara, prima di poter considerare l’evento come tale.
Le indagini diagnostiche risultano essenziali, in quanto permettono di stabilire se un evento connesso alla prestazione lavorativa svolta possa avere effettivamente dato origine ad una malattia professionale. Questo processo può richiedere tempo, specialmente se i sintomi emergono gradualmente e non sono immediatamente associabili a specifiche attività lavorative.
Per i lavoratori in pensione, ciò significa che il termine di prescrizione per richiedere un indennizzo potrebbe iniziare molto tempo dopo il pensionamento. Se i sintomi si manifestano - o se i postumi indennizzabili si stabilizzano - solo successivamente all’infortunio, il termine triennale di prescrizione inizierà da tali momenti, piuttosto che dalla data iniziale ed effettiva dell’infortunio.
In sintesi, il periodo prescrizionale di tre anni e 150 giorni per ottenere un indennizzo o una rendita può decorrere da diverse date, a seconda delle circostanze specifiche di ogni singolo caso.
Il termine può iniziare dalla data in cui l'istituto riceve la segnalazione del caso, solitamente attraverso un certificato medico o una denuncia del datore di lavoro.
Tuttavia, esistono altre due possibilità:
- dalla data in cui i postumi permanenti raggiungono una soglia minima indennizzabile, qualora essa sia successiva alla segnalazione;
- dalla data in cui si può dimostrare che l'assicurato era consapevole, secondo criteri di normale conoscibilità, di essere affetto da una malattia di origine professionale che, da sola o associata a condizioni preesistenti, comporta un grado di invalidità indennizzabile.