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Eredità, ecco come non pagare i debiti acquisiti dopo la successione: tutti i casi in cui è possibile farlo e come fare

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Eredità, ecco come non pagare i debiti acquisiti dopo la successione: tutti i casi in cui è possibile farlo e come fare
Aperta la successione, l’erede accede a tutto l’asse ereditario del defunto, sia per l’attivo che per il passivo. Vediamo, però, come gli eredi possono evitare di pagare col proprio patrimonio le cartelle esattoriali del defunto
Alla morte di una persona si apre, nel luogo in cui il defunto aveva il suo ultimo domicilio, la successione ereditaria. Questo evento comporta il passaggio delle sue posizioni giuridiche, che possono essere sia attive che passive, ai successori.
In base a una prima classificazione, la successione per causa di morte può essere di due tipologie:
  • a titolo universale, dove l'erede assume la totalità dei diritti e degli obblighi del defunto che non si estinguono con la sua morte, subentrando così - in tutto o in parte - nel patrimonio complessivo del de cuius;
  • a titolo particolare, in cui il successore, chiamato legatario, acquisisce solo specifici beni o diritti patrimoniali ben determinati, appartenenti al defunto.
Il nostro ordinamento giuridico prevede tre modalità principali di successione per causa di morte:
  • successione testamentaria, nei casi in cui il defunto ha predisposto un testamento in cui specifica la distribuzione del proprio patrimonio, designando gli eredi ed eventualmente i legatari. Questo tipo di successione si basa sulle volontà espresse dal defunto;
  • successione legittima, che entra in gioco quando non esiste un testamento, oppure se il testamento viene dichiarato invalido. In tale circostanza, la legge stabilisce chi sono gli eredi (solitamente i familiari più prossimi) e assegna loro i beni del defunto. La successione legittima può anche integrare quella testamentaria, nel caso in cui il testamento non disponga di tutti i beni del patrimonio ereditario. In altre parole, se il testamento non disciplina l'intera eredità, una parte sarà gestita tramite successione testamentaria e l'altra tramite successione legittima;
  • successione necessaria, che si applica quando il testatore ha lasciato, nel testamento, disposizioni che non rispettano i diritti riservati per legge ai familiari più stretti, i quali hanno sempre diritto a una parte dell'eredità. In tali casi, la legge tutela questi congiunti garantendo loro una quota dell’eredità, indipendentemente dalle volontà espresse nel testamento.
L'accettazione dell'eredità può avvenire in due forme principali: pura e semplice o con beneficio d'inventario.
In forza dell’accettazione pura e semplice, il patrimonio ereditato si mescola con quello personale dell'erede. Di conseguenza, l'erede diventa responsabile per tutti i debiti associati all'eredità. Se i debiti superano i beni ereditati, l'erede sarà tenuto a pagarli utilizzando il proprio patrimonio. Inoltre, i creditori dell'erede possono rivalersi sui beni ereditati, a causa della fusione tra il patrimonio personale e quello ereditario.
Una volta espressa l'accettazione, sia in forma esplicita che implicita, non è possibile modificarla per trasformarla in accettazione con beneficio d'inventario, anche se successivamente si scopre che l'eredità comporta più debiti che vantaggi. Questo perché, una volta compiuto, l'atto di accettazione è definitivo e non può essere revocato o ripetuto. Il chiamato all'eredità aveva la possibilità, sin dall'inizio, di scegliere se rinunciare o accettare con beneficio d'inventario, opzione che permette di separare il patrimonio ereditario da quello personale, limitando la responsabilità dell'erede ai soli beni ereditati.

Tanto premesso, è chiaro che, in presenza di debiti del de cuius con l'Agenzia delle Entrate, questi possono essere trasferiti agli eredi, proprio come accade per i beni materiali (come immobili o conti bancari). Pertanto, prima di accettare un'eredità, è essenziale verificarne il valore complessivo, assicurandosi che non contenga debiti fiscali, onde evitare di dover utilizzare il proprio patrimonio per coprire eventuali passività del defunto.
Infatti, una volta accettata l'eredità, non si può più recedere e si diventa responsabili di tutti i debiti del defunto, compresi quelli oggetto di cartelle esattoriali.
Tuttavia, non tutte le tipologie di debito sono trasmissibili agli eredi. Vediamo, quindi, quali sono i debiti che l’erede è tenuto a pagare e - soprattutto - come lo stesso può tutelare la propria posizione giuridica.

In primo luogo, nel momento in cui un soggetto muore, si apre la successione e inizia la fase della delazione, con la quale i successori testamentari e legittimari vengono qualificati come chiamati all’eredità. In questo modo, essi acquistano il diritto di accettare l'asse ereditario attraverso l'atto di accettazione dell'eredità, disciplinato dall'art. 459 del c.c..
Come detto, l'accettazione può essere pura e semplice o con beneficio d'inventario. In alcuni casi, però, la stessa avviene in modo implicito, senza necessità di una dichiarazione formale. Questo procedimento, sebbene meno noto, comporta maggiori rischi economici, soprattutto se non si conosce esattamente il valore dei beni e dei debiti contenuti nell’asse ereditario. Si parla di accettazione tacita quando un erede, come il coniuge o un figlio, utilizza i beni del defunto, ad esempio prelevando denaro dal suo conto corrente. In questi casi, anche senza un atto formale, si diventa eredi a tutti gli effetti, assumendosi così sia le posizioni giuridiche attive che quelle passive. Pertanto, l’erede che accetta tacitamente l’eredità del de cuius risponderà anche dei debiti presenti nell’asse ereditario, comprese eventuali cartelle esattoriali dell’Agenzia delle entrate.
Quanto poi alle concrete modalità di accettazione, è possibile rivolgersi alternativamente a un notaio oppure alla Cancelleria del Tribunale del luogo in cui si è aperta la successione. In caso di accettazione tramite notaio, il costo principale è costituito dall'onorario del notaio, che generalmente si aggira intorno ai 2.000 euro. Diversamente, in caso di accettazione dinanzi alla Cancelleria del Tribunale, i costi sono significativamente più bassi, oscillando tra i 300 e i 500 euro.
È bene precisare, però, che l’obbligo di pagare i debiti del defunto (e, quindi, anche le cartelle esattoriali) sorge in capo all’erede solo ed esclusivamente nel momento in cui questi accetta l'eredità. Fino a quel momento, infatti, gli eredi non sono obbligati a saldare i debiti del defunto, neanche se hanno ritirato delle comunicazioni ad esso destinate. Quindi, finché l'eredità non è formalmente accettata, gli eredi non devono preoccuparsi di eventuali azioni esecutive (ad es. pignoramento) sui propri beni personali.

Come detto, però, non tutti i debiti del defunto ricadono sugli eredi. Ciò vale anche per determinate cartelle esattoriali in sospeso.
Ad esempio, non sono trasmissibili agli eredi e, quindi, sono escluse dalla successione ereditaria sanzioni penali, amministrative, tributarie e sanzioni amministrative per violazioni del codice della strada.
Gli eredi, infatti, hanno la possibilità di richiedere lo sgravio di tali cartelle all'ente creditore e al riscossore.
È opportuno però precisare che, generalmente, le sanzioni tributarie vengono emesse in caso di mancato pagamento di imposte non versate. In questi casi, gli eredi saranno tenuti a pagare l’imposta, ma potranno chiederne uno sgravio parziale.
A questo punto, è lecito domandarsi come tali debiti vengono ripartiti tra tutti gli eredi. Ebbene, il debito fiscale ereditato viene generalmente suddiviso in proporzione alla quota di eredità ricevuta da ciascun erede. Un'eccezione a questa regola riguarda le imposte sui redditi, per le quali l'Agenzia delle Entrate può richiedere l'intero pagamento a un solo erede, applicando il principio della responsabilità solidale.
La Corte di Cassazione, inoltre, ha stabilito che la notifica di una cartella esattoriale a un erede è valida anche se inviata all'ultimo indirizzo del defunto, a meno che gli eredi non abbiano comunicato un diverso domicilio fiscale.

Esistono due principali opzioni per evitare di ereditare debiti fiscali:
  • rinunciare all'eredità: questa è la soluzione più sicura quando è noto che i debiti superano di gran lunga i beni ereditabili;
  • accettare con beneficio d'inventario: questa opzione consente di limitare la responsabilità dei debiti ai soli beni del defunto, senza intaccare il patrimonio personale degli eredi.
La seconda opzione è vantaggiosa perché permette di beneficiare dell'eredità residua dopo il pagamento dei debiti. Invece la rinuncia, comportando la perdita in toto dell’asse ereditario, impedisce di ereditare tanto i crediti quanto i debiti.

Infine, è bene sottolineare che le cartelle esattoriali ereditate sono soggette a prescrizione, la quale avviene secondo i termini previsti per ciascuna imposta:
  • per le imposte statali, il termine di prescrizione è pari a 10 anni;
  • per le imposte degli enti locali, il termine di prescrizione è pari a 5 anni;
  • per i contributi INPS e INAIL, il termine di prescrizione è pari a 5 anni;
  • per il bollo auto, il termine di prescrizione è pari a 3 anni.


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