Infatti, il 19 luglio, il vicepremier ha tenuto un incontro al Ministero dei Trasporti con i rappresentanti dei tassisti (circa 30 sigle sindacali) per discutere dei problemi della categoria, evidenziando la necessità di avere più auto bianche in strada.
In realtà questo è un tema assai spinoso: tanti suoi colleghi di governo, in passato, hanno tentato l’agognata riforma.
Tuttavia, la questione aumento del numero di licenze per i taxi è sempre stata accolta con proteste da parte delle associazioni dei tassisti, i quali non sono inclini a far aumentare la concorrenza.
Difatti anche al Ministero dei Trasporti le sigle sindacali hanno chiesto che le norme sul trasporto pubblico vengano attuate pienamente, con la limitazione e regolamentazione delle piattaforme tecnologiche (come Uber) e la tenuta di un registro nazionale delle licenze.
Basti pensare alla lotta serrata che questa categoria ha fatto e fa tuttora alle app di ridesharing come Uber, non a caso attualmente presente solo in pochissime città italiane.
Il leader della Lega punta al miglioramento dei servizi di trasporto taxi, proprio in vista dei futuri eventi importanti a livello nazionale quali il Giubileo a Roma, le Olimpiadi Milano Cortina 2026 o l’Expo 2030.
In realtà è proprio nelle grandi città che i disagi vengono avvertiti di più: file chilometriche, magari sotto al sole, e auto bianche spesso introvabili.
Tra i punti caldi della riforma abbiamo, innanzitutto, l’aumento del numero delle licenze per i taxi. Si pensi che in città come Roma, dove sono in circolo quasi 7.800 licenze taxi, l'ultimo bando risale al 2006.
Com’è naturale, in 17 anni la domanda di auto bianche è cresciuta a dismisura, in proporzione al numero di turisti che affollano ogni anno, sempre più numerosi, le strade della Capitale.
Per far fronte a una richiesta sempre maggiore di taxi, il sindaco di Roma Roberto Gualtieri ha deciso di puntare sulla c.d. doppia guida: di cosa si tratta?
La doppia guida non è altro che la possibilità di servirsi, per uno stesso taxi, di un secondo conducente, permettendo alla stessa vettura di elargire il servizio fino a 20 ore al giorno.
Milano, invece, vanta circa 4.800 licenze, ma anche per il capoluogo lombardo sembrano non bastare.
Per tale motivo la giunta comunale, con una recentissima delibera, ha deciso di chiedere 1.000 licenze in più alla Regione Lombardia, che ha il potere di emettere il bando.
Ma come si ottiene la licenza taxi?
La L. 21/1992, così come modificata dal D.L. 143/2018, disciplina il trasporto di persone mediante autoservizi pubblici non di linea. Tale norma prevede due strade possibili per ottenere l’ambita licenza taxi.
In linea di massima, i requisiti per partecipare sono:
- avere 21 anni già compiuti;
- essere cittadino italiano o di altro Paese UE;
- aver conseguito la patente di categoria B;
- aver ottenuto l’abilitazione come tassista presso la Motorizzazione civile;
- aver superato l’esame scritto e orale per il ruolo di conducente pubblico alla Camera di commercio.
La seconda strada per ottenere il permesso di guidare un'auto bianca è quella di comprare la licenza taxi da chi già la possiede.
Il punto è che, innanzitutto, si deve trovare chi la vende. In secondo luogo il prezzo, data la scarsità dell’offerta, è solitamente esorbitante e di certo non per tutte le tasche.
Quindi, per chi voglia acquistare la licenza conviene cominciare a riempire il salvadanaio e tirare la cinghia.