Inoltre, la premier Giorgia Meloni ha ipotizzato un ulteriore aumento dello 0,22%, erogato sotto forma di salario accessorio, che porterebbe quindi a un aumento complessivo del 5,96%, con un incremento medio mensile di 166,13 euro. Tuttavia, questo incremento sarà variabile in base agli straordinari effettivamente svolti da ciascun lavoratore, il che implica che non tutti i dipendenti pubblici riceveranno lo stesso aumento, anche all’interno della stessa area lavorativa.
Attualmente, le aree contrattuali nel comparto Centrale sono le seguenti:
- operatori, ovvero i dipendenti in possesso di un diploma e incaricati di svolgere funzioni senza un’elevata specializzazione;
- assistenti, i quali invece sono chiamati ad attività che presuppongono maggiori competenze. In questo caso, l’accesso è riservato a coloro che sono in possesso di una laurea;
- funzionari, ossia tutti coloro che svolgono un’attività pubblicistica, produttiva di effetti giuridici;
- nuova area per le elevate professionalità, nella quale verranno inseriti soggetti dotati di competenze altamente specialistiche, che giustifichino un migliore trattamento economico.
Per quanto riguarda gli incrementi salariali, l’Aran ha proposto aumenti differenziati a seconda delle categorie:
- 110,40 euro per gli operatori;
- 116,10 euro per gli assistenti;
- 141 euro per i funzionari;
- 194 euro per le elevate professionalità.
In conclusione, la proposta di rinnovo contrattuale si basa su aumenti salariali fissi che variano a seconda del ruolo ricoperto, mentre l’aumento accessorio dipenderà dalle risorse future stanziate e dalla quantità di straordinari effettuati. Questi aumenti dovrebbero entrare in vigore nel 2025 (a condizione che governo e Aran addivengano a un accordo), mentre per il periodo 2022-2024 saranno riconosciuti arretrati che tengono conto degli acconti già erogati nel 2023.