La risposta dal 2020 è sempre la stessa, ed è "No". Il bonus Irpef è pensato per, e destinato ai, lavoratori dipendenti e assimilati. I contribuenti che hanno la partita IVA, seppur in regime forfettario, sono esclusi da questo tipo di agevolazione.
Esiste però una circolare dell’Agenzia delle Entrate, che già nel 2020 forniva chiarimenti e qualche spiraglio a chi chiedeva se il bonus potesse in qualche modo essere esteso anche agli autonomi.
Nella circolare n. 29/E del 20 dicembre 2020 si specifica infatti che, qualora il contribuente, titolare di redditi che consentono la fruizione del bonus, produca anche redditi di lavoro autonomo in regime forfettario, tali redditi devono essere considerati nella determinazione del reddito complessivo ai fini della verifica della spettanza del trattamento integrativo.
I forfettari potrebbero, dunque, anche essere inclusi nel bonus Irpef, ma devono soddisfare i seguenti specifici requisiti:
- avere redditi da lavoro autonomo in regime forfettario da sommare a redditi da lavoro dipendente (per la determinazione del reddito complessivo);
- i suddetti redditi devono generare un’imposta lorda superiore alle detrazioni spettanti in relazione ai medesimi;
- avere un reddito complessivo non superiore a 28.000 euro.
Questo per quel che riguarda il bonus Irpef da 100€ (ex bonus Renzi), ma il panorama dei bonus dedicati alle partite IVA nel 2024 presenta altre novità e conferme. Vediamo quali.
La Legge di Bilancio 2024 ha introdotto alcune misure, mirate a sostenere i lavoratori autonomi in crescita e offrire maggiore protezione in caso di crisi.
La principale conferma è l'ISCRO (Indennità Straordinaria di Continuità Reddituale Operativa), prorogata per il 2024.
Questa misura, istituita con la Legge di Bilancio 2021, fornisce un sostegno economico a coloro che posseggono una partita IVA, indipendentemente dal codice Ateco. L'INPS eroga l'indennità per un massimo di sei mesi, pari al 25% della media dei redditi da lavoro autonomo dichiarati nei due anni precedenti, su base semestrale. L'importo varia tra 250 e 800 euro mensili, annualmente rivalutati.
Per accedere all'ISCRO, la partita IVA deve essere attiva da almeno 3 anni e devono essere stati regolarmente versati i contributi previdenziali.
Inoltre durante il periodo di erogazione del sussidio non devono coesistere altri trattamenti pensionistici diretti o assegno di inclusione, il reddito di lavoro autonomo deve essere inferiore al 70% rispetto ai ricavi dei due anni precedenti, il reddito dichiarato nell'anno precedente deve essere inferiore a 12.000 euro.
Le partite IVA, infine, hanno nel 2024 la possibilità di richiedere l'assegno di inclusione e di accedere allo strumento di Supporto per la Formazione e il Lavoro.