Chi ha partita IVA con regime forfettario può richiedere l'indennità di maternità?
Innanzitutto, sfatiamo un mito. L'indennità di maternità non è un diritto solo delle lavoratrici dipendenti. Infatti, devi sapere che questa indennità è concessa a tutte le lavoratrici, a prescindere dal fatto che esse siano lavoratrici dipendenti o autonome. Dunque, è un diritto che viene riconosciuto indipendentemente dal contratto con cui si lavora: ciò significa che il diritto all'indennità di maternità è riconosciuto non solo a coloro che lavorano con un contratto subordinato, ma anche a chi ha una partita IVA, comprese quelle in regime forfettario.
Ci sono differenze tra lavoratrici subordinate e lavoratrici autonome?
La risposta è sì. Ed è un aspetto da non sottovalutare.
Prima di tutto, però, capiamo quali sono i requisiti necessari per fruire dell'indennità di maternità. È sufficiente che la lavoratrice autonoma forfettaria sia iscritta alla Cassa di riferimento e sia in regola con i versamenti dei contributi previdenziali. Quindi, innanzitutto, a seconda dei casi, bisogna essere iscritti alla gestione separata INPS, alla gestione artigiani e commercianti INPS o alla cassa previdenziale specifica della categoria professionale. Inoltre, è necessario aver pagato regolarmente tutti i contributi dovuti, anche quelli relativi al periodo di maternità.
Pertanto, se hai una partita IVA con regime forfettario (come artigiane, commercianti, imprenditrici autonome, pescatrici autonome della piccola pesca), sei iscritta alla tua Cassa di riferimento e hai sempre versato i contributi, stai tranquilla: se stai pensando di avere un figlio, sappi che hai diritto all'indennità di maternità.
Ma allora cosa differenzia lavoratrici subordinate e lavoratrici autonome?
È vero che, proprio come le lavoratrici dipendenti, le lavoratrici autonome hanno diritto di usufruire della maternità per una durata di cinque mesi: solitamente, la maternità copre i due mesi precedenti al parto e i tre successivi, ma si può anche decidere di ottenerla per il solo ultimo mese precedente al parto e i quattro successivi.
La grande differenza sta nel fatto che, durante il periodo di maternità, le lavoratrici autonome possono decidere di continuare a lavorare, anche se percepiscono l'indennità. È una facoltà che viene loro riconosciuta. Ciò significa che le lavoratrici dipendenti interrompono la propria attività durante la maternità, mentre le autonome possono scegliere di lavorare durante questo periodo.
Come detto, un aspetto certamente da non sottovalutare. Soprattutto se si guarda a quanto ammonta l'indennità di maternità.
A quanto equivale l'importo dell'indennità di maternità per le forfettarie?
Alle forfettarie viene riconosciuta una somma pari al totale di cinque mensilità pagate per l'80% del reddito professionale dichiarato nel secondo anno fiscale precedente a quello della richiesta. E fai attenzione: questa cifra rimane la stessa anche se la lavoratrice autonoma decide di continuare a svolgere la propria attività.
Peraltro, le madri con partita IVA in regime forfettario possono sfruttare sei mesi di congedo parentale per i primi tre anni di vita del bambino. Durante questo periodo, le madri riceveranno un'indennità pari al 30% della retribuzione.
Qual è la procedura per presentare la domanda sull'indennità?
La domanda deve essere inviata dopo il parto e può essere fatta online sul sito dell'INPS. Inoltre, questo beneficio può essere richiesto anche se l'iscrizione alla gestione di riferimento è avvenuta dopo la data di inizio del periodo di maternità.
Quindi, l'indennità di maternità può esserci anche per le forfettarie. In fin dei conti, una mamma è sempre una mamma, anche se con partita IVA.