In realtà sono sempre di più i lavoratori che decidono di prendere un titolo in modalità telematica, perché permette loro di studiare secondo le proprie tempistiche, senza i problemi che spesso si generano nelle università statali, come l'obbligo di frequenza delle lezioni.
Nonostante ciò, molti hanno richiesto una regolamentazione di tale tipologia di corsi universitari; la riforma è in arrivo attraverso un decreto ministeriale. Vediamo cosa prevede.
La prima innovazione contempla che i regolamenti universitari debbano assicurare lo svolgimento degli esami in presenza e non più in modalità telematica, salvo situazioni sanitarie che possano costituire un pericolo per le persone.
Un'altra innovazione prevede che il 60% delle lezioni venga offerto attraverso lezioni pre-registrate, il restante 40% delle lezioni dovrà essere svolto necessariamente in presenza.
Un punto fondamentale è rappresentato dal corpo docenti. Infatti la normativa, nello specifico il D.M. 1154/2021, prevede che debbano esserci 7 docenti per le materie umanistico-sociali per le lezioni a distanza ma, in realtà, sono attualmente 3 i docenti per questa modalità. I quali arrivano a coprire fino a 250 studenti.
Nella sostanza si tratta di avere 14 docenti, tra ordinari e associati, ogni 500 studenti.
L'obiettivo è quello di depositare il testo, dinanzi alla Ministra Bernini, entro la fine della pausa estiva così da poter applicare le novità già a partire dall'inizio dell'anno accademico 2024/2025. Ma la volontà di consegnare il testo definitivo il prima possibile deriva anche dal fatto che sempre più studenti decidono di avvalersi delle università telematiche, a causa della terribile narrazione circa le condizioni psicologiche degli studenti delle università statali.
Per questi motivi il tasso di iscrizioni alle università telematiche ha subito un incremento del 410%.