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Ritrovare banconote in lire, c'è ancora speranza per cambiarle in euro: la magistratura potrebbe smentire Banca d'Italia

Ritrovare banconote in lire, c'è ancora speranza per cambiarle in euro: la magistratura potrebbe smentire Banca d'Italia
Si può ottenere il cambio di banconote da lire in euro, se il ritrovamento della carta moneta è avvenuto molto tempo dopo il 28 febbraio 2012, ossia il termine ultimo per la conversione? Un recente caso pratico e la collegata causa legale potrebbero contraddire le conclusioni della Banca d'Italia
Ritrovare un gran numero di banconote, in una sorta di riserva domestica, non è sempre una bella sorpresa. O meglio, lo sarebbe se queste banconote fossero liberamente utilizzabili. Recentemente ha destato curiosità il caso di un 48enne pescarese, figlio di una coppia di coniugi deceduti per le conseguenze del contagio da Covid, che - durante le attività di riordino dell'abitazione che fu dei suoi genitori - ha scoperto un "tesoretto" di più di 200 milioni in banconote da 100 e da 50 mila lire.

Nascosti in una credenza, al riparo da occhi indiscreti, questi soldi erano stati finora ignoti all'uomo che, dopo l'iniziale stupore e felicità per l'inaspettato ritrovamento, ha dovuto subire la doccia fredda della Banca d'Italia, che ha negato il cambio in euro. Per quest'ultima, infatti, le banconote in lire sono ormai carta straccia e la motivazione giuridica è da rintracciarsi nella prescrizione ordinaria decennale. Ricordiamo che - ai sensi dell'art. 2934 del c.c. - ogni diritto si estingue per prescrizione, quando il titolare non lo esercita per il tempo determinato dalla legge.

In effetti, quanto successo in questa situazione è molto meno infrequente di quanto si possa, a prima vista, pensare. Anzi - dal punto di vista legale - parlarne è interessante proprio per la pluralità di possibili casi simili. Davvero non si può più ottenere la conversione in euro delle somme in lire, appartenute ai propri familiari e ritrovate in solaio, in una cantina o sotto il materasso? Sul sito web della Banca d'Italia si trova scritto: "Il 28 febbraio 2002 le banconote e le monete in lire hanno cessato di avere corso legale. Il termine ultimo per la conversione delle banconote in lire non prescritte era fissato al 28 febbraio 2012 (Legge n. 96/1997, art. 3, comma 1)". Secondo l'istituto, quindi, il cambio è oggi impossibile, perché sarebbe successivo - e non di poco - al decennio dall'entrata in circolazione dell'euro (2002).

L'uomo, però, non si è arreso al diniego opposto dalla Banca d'Italia e ha scelto di rivolgersi ad un avvocato, per conseguire - con causa civile presso il tribunale di Roma - il cambio in maniera forzosa. La tesi portata avanti dal legale è senza dubbio degna di nota, perché - almeno sulla carta - applicabile a tanti altri possibili ritrovamenti di banconote in lire, anche futuri. Come recita l'art. 2935 del c.c.: "La prescrizione comincia a decorrere dal giorno in cui il diritto può essere fatto valere". In sintesi, la prescrizione decennale scatterebbe - in verità - dal giorno in cui il soggetto può far valere il diritto, ossia dalla data dell'effettivo ritrovamento o scoperta del denaro nascosto nell'immobile.

Per fare un esempio pratico, secondo questa tesi, se una persona trovasse banconote in lire il 15 febbraio 2025, da quel giorno avrebbe 10 anni di tempo per rivendicare la somma e ottenerne il cambio in euro.

Ora la decisione spetterà al giudice: capire come si consoliderà l'orientamento giurisprudenziale in materia sarà essenziale per tutti i possibili futuri ritrovamenti di banconote. La questione, infatti, si basa sull'interpretazione del momento in cui inizia a decorrere il termine di prescrizione. Perciò, se si accogliesse la tesi del ritrovamento come dies a quo (giorno da cui parte il conteggio della prescrizione), allora il diritto alla conversione potrebbe essere fatto valere anche dopo molti anni.

In altre parole, spetterà alla magistratura confermare l'orientamento restrittivo della Banca d'Italia, che considera il termine del 28 febbraio 2012 "definitivo", oppure accogliere la tesi dell'uomo e creare un precedente per altri casi simili. Insomma, il caso è aperto e potrebbe avere implicazioni interessanti per tutti coloro che si trovano in situazioni analoghe.

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