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Pensione di reversibilità e indiretta, ecco come funziona l'incremento della pensione alla morte del coniuge

Pensione di reversibilità e indiretta, ecco come funziona l'incremento della pensione alla morte del coniuge
Il coniuge superstite può beneficiare della pensione di reversibilità e di quella indiretta: vediamo quali sono i requisiti e gli incrementi
Un’ipotesi in cui un soggetto potrebbe beneficiare di un incremento della pensione percepita si verifica nel caso di morte del coniuge, sia che si tratti del marito sia della moglie. Infatti, quando il coniuge defunto era titolare di pensione, oppure risultava in possesso di alcuni requisiti previdenziali, quello superstite beneficerà della pensione di reversibilità oppure della pensione indiretta.
Spesso si pensa - erroneamente - che un soggetto, il quale già percepisce un trattamento previdenziale, non possa anche beneficiare della pensione percepita dal coniuge defunto. In realtà, questo diritto è garantito indipendentemente dal reddito del coniuge superstite, sebbene il trattamento economico ricevuto da quest’ultimo possa subire alcune decurtazioni, qualora percepisca una pensione con ammontare particolarmente elevato.
In particolare, la pensione di reversibilità è la prestazione pensionistica erogata ai familiari del defunto che era già in pensione. Il trattamento previdenziale viene trasformato ed erogato ad altre persone, ad esempio il coniuge superstite.
La pensione indiretta, invece, consiste nella prestazione pensionistica erogata ai familiari in seguito al decesso di una persona assicurata previdenzialmente e non ancora pensionata.
È, però, importante tenere a mente che la pensione di reversibilità e quella indiretta vengono erogate esclusivamente dietro richiesta del coniuge superstite interessato. Ne deriva che, qualora quest’ultimo non sia informato circa la disciplina vigente, potrebbe perdere l’opportunità di beneficiare di tale incremento del trattamento pensionistico.
Vediamo quindi più nel dettaglio cosa accade alla morte del coniuge, quando spetta la pensione di reversibilità o indiretta e quali sono gli importi previsti, incluse eventuali riduzioni.
La pensione di reversibilità e quella indiretta vengono concesse solo se il coniuge defunto soddisfi certi requisiti.
Ebbene, nel caso della pensione di reversibilità, il coniuge defunto, affinché quello superstite possa beneficiare del trattamento aggiuntivo, doveva essere titolare di pensione già al momento del decesso.
Quanto invece alla pensione indiretta, è sufficiente che il defunto abbia accumulato 15 anni di contributi assicurativi o almeno 5 anni di contributi - di cui 3 negli ultimi 5 anni - prima della morte. L'aumento del trattamento previdenziale decorre dalla data del decesso del coniuge.
Diversamente, il coniuge superstite non deve soddisfare particolari requisiti, in quanto questo beneficio spetta anche a chi è già in pensione o percepisce altri redditi.
Tuttavia, l’erogazione delle pensioni di reversibilità e indirette è comunque soggetta a un limite. Esse, infatti, spettano al coniuge o all'unito civilmente fino a che gli stessi non contraggano un nuovo matrimonio.
La pensione di reversibilità spetta altresì al coniuge separato, il quale ne ha diritto finché non contragga nuove nozze.
Situazione differente riguarda invece il coniuge divorziato, il quale può riceverla solo se:
  • è titolare di assegno divorzile;
  • non ha contratto nuove nozze;
  • la data di inizio del rapporto assicurativo del defunto precede la sentenza di divorzio.
Quanto poi agli importi previsti, la legge stabilisce che il coniuge superstite ha diritto all'80% della pensione maturata o percepita dal defunto. Se ci sono figli a carico, si aggiunge un ulteriore 20%, arrivando fino al 100% della pensione del defunto in presenza di almeno due figli.
Tuttavia, se il coniuge superstite ha altri redditi, potrebbe verificarsi una riduzione della pensione di reversibilità o indiretta, proporzionalmente al reddito percepito.
Nessuna riduzione si applica, invece, se la pensione o altri redditi del superstite non superano tre volte il trattamento minimo, cioè gli stessi non superano il limite di 23.345,73 euro per il 2024. In questo caso, non sono previste decurtazioni e, quindi, la pensione di reversibilità è cumulabile con altri redditi percepiti.
Oltre questo importo, invece, si applicano le seguenti riduzioni:
  • 25% tra 3 e 4 volte il trattamento minimo (23.345,73 - 31.127,64 euro);
  • 40% tra 4 e 5 volte il trattamento minimo (31.127,64 - 38.909,55 euro);
  • 50% sopra 5 volte il trattamento minimo (oltre 38.909,55 euro).
Questi limiti non si applicano se il coniuge superstite fa parte di un nucleo familiare con minori, studenti o inabili.
Per ottenere l'aumento della pensione alla morte del coniuge, è necessario presentare domanda attraverso i canali telematici dell'INPS, come ad esempio l'area personale MyINPS, oppure telefonando al numero verde dell'Istituto. Inoltre, è possibile rivolgersi a un patronato. Situazione differente invece riguarda il coniuge divorziato, il quale deve necessariamente rivolgersi al tribunale per ottenere la pensione di reversibilità o indiretta.


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