Chi sceglie il
regime forfettario paga un’
imposta sostitutiva dell'Irpef, che è un tributo fisso (5% o 15% in base al reddito). Questo significa che, a differenza di chi è nel regime ordinario,
non si applicano detrazioni o deduzioni sul reddito. Infatti, il sistema di detrazioni è pensato per ridurre l'imposta dovuta ma, dal momento che
i contribuenti forfettari non pagano l'Irpef, non hanno diritto a queste agevolazioni.
Le deduzioni e detrazioni previste dalla legge sono numerose, tra cui:
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spese mediche;
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spese per l'istruzione e universitarie;
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interessi passivi del mutuo;
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ristrutturazioni edilizie;
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carichi familiari (come per i figli a carico);
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spese funebri e altre detrazioni familiari.
In un regime ordinario, queste spese vengono detratte direttamente dall'Irpef, riducendo quindi le imposte da pagare. Ma, nel caso del regime forfettario, non essendoci una tassazione Irpef, queste spese non sono deducibili.
Cosa può dedurre il contribuente forfettario
Nonostante le limitazioni, il regime forfettario consente al
contribuente di
dedurre solo alcune tipologie di spese. Ad esempio, possono essere dedotte le
contribuzioni obbligatorie che il forfettario è tenuto a versare, come i
contributi previdenziali obbligatori. Queste spese, però, sono molto più limitate rispetto a quelle che potrebbero essere dedotte in un regime ordinario.
Quando il regime forfettario è vantaggioso
La grande differenza tra il regime forfettario e quello ordinario sta nel calcolo del reddito imponibile. Mentre nel regime ordinario si deducono i costi reali sostenuti, nel forfettario si applica un coefficiente di redditività, una percentuale che riduce automaticamente i ricavi per ottenere il reddito su cui applicare l’imposta. Questo coefficiente varia tra il 40% e l’86%, a seconda del tipo di attività.
La modalità di calcolo forfettaria dei costi è uno dei principali vantaggi del regime, in quanto consente di dedurre una percentuale fissa dei ricavi, anche se in realtà i costi effettivi sono inferiori. Questo significa che, in molti casi, i forfettari godono di una sorta di "detrazione" maggiore rispetto a quella che avrebbero ottenuto sottraendo le reali spese.
Inoltre, l’imposta sostitutiva è molto più bassa rispetto all'Irpef ordinaria. L'aliquota per il regime forfettario è del 5% o del 15%, mentre quella ordinaria parte dal 23% e arriva fino al 43% per i redditi elevati. Quindi, anche senza le detrazioni, un forfettario spesso paga meno tasse di chi è nel regime ordinario.
La situazione degli "incapienti" e dei forfettari
Il contribuente forfettario si trova in una situazione simile a quella degli "incapienti", cioè di coloro che non pagano l'Irpef perché le loro detrazioni coprono interamente l’imposta. Per esempio, i lavoratori dipendenti possono avere un rimborso se l'Irpef che hanno pagato viene annullata dalle detrazioni. Nel caso del forfettario, però, non essendo tenuto a pagare l'Irpef, non può godere di questi rimborsi.
Quando il forfettario può fruire delle detrazioni
Anche se in generale non ci sono detrazioni per chi è nel regime forfettario, c'è una possibilità. Se un contribuente forfettario ha anche altre fonti di reddito assoggettate all'Irpef, come ad esempio un lavoro dipendente o un affitto di un immobile, può godere delle detrazioni su questi redditi.
In pratica se, oltre ai redditi forfettari, il contribuente ha anche redditi da lavoro dipendente, collaborazioni con ritenuta d’acconto, o redditi da immobili, potrà applicare le detrazioni previste dalla legge su questi altri redditi. Quindi, se una parte del reddito è soggetta all'Irpef, si potrà usufruire delle detrazioni come per qualsiasi altro contribuente che non aderisca al regime forfettario.