Alleggerire la pressione della disoccupazione, soprattutto nel Mezzogiorno, è un obiettivo strategico per il governo nazionale e per le istituzioni europee. Con questa intenzione è stato finanziato il piano di sostegno all’occupazione previsto dal Decreto Coesione (D.L. n. 60/2024, convertito con modificazioni nella legge 4 luglio 2024, n. 95).
La Commissione europea ha approvato, infatti, lo stanziamento di 1,1 miliardi di euro a sostegno dell'occupazione giovanile e femminile. La misura - secondo le stime del Governo - porterà alla creazione di oltre 180.000 contratti di lavoro a tempo indeterminato.
Le speranze ora sono tutte riposte sul Bonus ZES ormai prossimo ad essere operativo. Ma in cosa consiste questa misura?
Il Bonus ZES - introdotto dall'art. 24 del citato Decreto Coesione - trova applicazione per le assunzioni a tempo indeterminato di personale non dirigenziale e si traduce in un esonero al 100% sui contributi previdenziali, fino a un limite di 650 euro al mese, per un massimo di 24 mesi.
Per utilizzare questo beneficio fiscale il datore di lavoro:
La Commissione europea ha approvato, infatti, lo stanziamento di 1,1 miliardi di euro a sostegno dell'occupazione giovanile e femminile. La misura - secondo le stime del Governo - porterà alla creazione di oltre 180.000 contratti di lavoro a tempo indeterminato.
Le speranze ora sono tutte riposte sul Bonus ZES ormai prossimo ad essere operativo. Ma in cosa consiste questa misura?
Il Bonus ZES - introdotto dall'art. 24 del citato Decreto Coesione - trova applicazione per le assunzioni a tempo indeterminato di personale non dirigenziale e si traduce in un esonero al 100% sui contributi previdenziali, fino a un limite di 650 euro al mese, per un massimo di 24 mesi.
Per utilizzare questo beneficio fiscale il datore di lavoro:
- deve essere localizzato in Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sicilia e Sardegna;
- non può avere più di 10 dipendenti nel mese dell’assunzione;
- non deve avere neppure effettuato licenziamenti individuali per giustificato motivo oggettivo o licenziamenti collettivi nella medesima unità produttiva nei sei mesi precedenti, né può effettuarli nei sei mesi successivi. In caso contrario, perde l’agevolazione e restituisce quanto eventualmente già fruito;
- deve essere in regola con il DURC (Documento unico di regolarità contributiva) e con le regole sulla salute e sicurezza dei luoghi di lavoro.
Infine, viene ulteriormente chiarito che non accedono all’agevolazione le amministrazioni pubbliche, in quanto il Bonus ZES riguarda solo il settore privato.
Nel programma di nuove assunzioni rientreranno i lavoratori che presentano questi requisiti: avere già compiuto 35 anni di età alla data dell’assunzione ed essere disoccupati da almeno 24 mesi. Possono, tuttavia, essere stati occupati a tempo indeterminato, in precedenza, presso un datore di lavoro che ha beneficiato parzialmente dell’esonero medesimo.
Le assunzioni ammesse devono collocarsi nell’arco di tempo che va dal 1° settembre 2024 al 31 dicembre 2025.
Ma come si accede al bonus?
La domanda si presenta all’INPS in via telematica, indicando - come prescritto nel decreto ministeriale firmato il 7 gennaio 2025 - i seguenti elementi:
- dati identificativi dell’impresa e numero dei dipendenti occupati nel mese di assunzione incentivata;
- dati identificativi del lavoratore assunto o da assumere;
- tipologia di contratto e orario di lavoro;
- retribuzione media mensile e aliquota contributiva datoriale;
- indicazione della sede, stabilimento, filiale, ufficio o reparto autonomo presso il quale il lavoratore presterà effettivamente servizio.
L’INPS procederà all’istruttoria e, in caso di esito positivo, quantificherà gli importi erogabili per ciascuna annualità al singolo datore di lavoro, provvedendo ad accogliere le richieste solo se sussiste sufficiente capienza di risorse da ripartire pro quota per i 24 mesi di agevolazione.
La misura – si rammenta – è stata autorizzata dall'Unione europea come aiuto di Stato a favore dell’occupazione e le conclusioni cui è pervenuta la Commissione sono state, in particolare, le seguenti:
- il sostegno è necessario e adeguato ai fini di promuovere un'occupazione stabile per quei lavoratori che incontrano notevoli difficoltà nell'entrare nel mercato del lavoro o nel rimanervi attivi a lungo termine;
- l’aiuto è proporzionato, essendo limitato a quanto strettamente necessario per incoraggiare l'occupazione stabile dei gruppi vulnerabili di lavoratori e per coprire circa il 30% dei costi salariali del datore di lavoro;
- sussistono garanzie sufficienti per evitare abusi (si pensi, ad esempio, al licenziamento di dipendenti esistenti per sostituirli con nuovi che beneficiano del sostegno previsto, al solo scopo di ridurre i costi del lavoro).