In un periodo di carovita e forte minaccia al potere di acquisto dei cittadini e delle famiglie, la rottamazione delle cartelle esattoriali è potenzialmente una misura fiscale di indubbio aiuto. Detta anche definizione agevolata, si tratta di uno strumento introdotto dal legislatore in varie occasioni, al fine di facilitare la riscossione dei crediti da parte dello Stato, dando al contempo la possibilità ai contribuenti di estinguere il loro debito iscritto a ruolo, pagando il capitale ma senza versare sanzioni o interessi.
Ebbene, dal 2025 potrebbe debuttare una nuova rottamazione – la quinquies – avente caratteristiche molto interessanti, per chi ha un debito da saldare nei confronti del Fisco. Voluta dalla Lega e contenuta in un emendamento specifico al testo del disegno di legge di Bilancio (recentemente bocciato), la nuova versione dell'agevolazione ricompare in una proposta di legge presentata in Parlamento lo scorso 27 novembre e che entrerà nel vivo il mese prossimo.
Pertanto, pur non venendo sottoposta al voto delle Camere entro fine anno, la nuova sanatoria - o definizione agevolata delle cartelle - potrebbe essere semplicemente rimandata di qualche settimana, grazie a una proposta di legge che, di fatto, recupera l'emendamento bocciato.
La rottamazione quinquies converrebbe al contribuente perché, oltre al versamento mensile delle rate, prevede la dilazione dei pagamenti in ben 10 anni. Secondo le prime anticipazioni fornite da Ansa, la definizione agevolata si applicherebbe a tutti i carichi affidati all'Agenzia delle Entrate – Riscossione nel periodo compreso tra il 2000 e il 2023. Il contribuente debitore pagherebbe, quindi, il capitale senza interessi e sanzioni, per un totale di 120 rate tutte uguali. Da notare che la nuova misura si applicherebbe anche a tutti coloro che non hanno rispettato i termini stabiliti da precedenti provvedimenti di rottamazione.
Come è intuibile, questa nuova rottamazione è particolarmente elastica per il contribuente, ambendo a portare maggiori entrate rispetto alle precedenti rottamazioni. Le prime quattro sono state, infatti, caratterizzate da un parziale fallimento, causato sia dalle eccessive decadenze che dal minor gettito incassato rispetto alle previsioni. Basti pensare ad esempio alla prima, a cui aderirono più di un milione e mezzo di contribuenti, ma che portò all'Erario meno della metà di quanto preventivato all'inizio. Dopo le prime rate la maggior parte degli aderenti non rispettò le scadenze, determinando l'insuccesso dell'iniziativa.
Anche con la rottamazione quater, prevista dalla manovra 2023, l’incasso si è rivelato un vero flop, nonostante le due proroghe previste per includere i decaduti nel piano di dilazione.
In verità, il punto debole delle definizioni agevolate è stato, finora, il piano di rientro strutturato in soli quattro anni, con rate trimestrali che - specialmente in caso di ingenti debiti fiscali - per i contribuenti si rivelavano insostenibili nel giro di breve tempo.
Oltre alla previsione della più snella rateizzazione mensile e di un piano di rientro decennale, la novità della rottamazione quinquies sarebbe - anche e soprattutto - la nuova regola per cui l'agevolazione non verrebbe meno al primo ritardo nel pagamento (come invece accade oggi). Secondo i fautori dell'iniziativa, infatti, la rottamazione sarebbe salva fino al mancato versamento di ben 8 rate.
Concludendo, nonostante la rottamazione quinquies sia stata esclusa dalla manovra 2025, il citato nuovo progetto di legge punta a riproporla e a farla oggetto di discussione all'inizio del prossimo anno. Perciò sapremo presto se davvero ci sarà una nuova definizione agevolata, con caratteristiche diverse da quelle viste finora e tali da dare un aiuto concreto a milioni di cittadini e di attività economiche - artigiani, commercianti, liberi professionisti e PMI - in arretrato col fisco.
Ebbene, dal 2025 potrebbe debuttare una nuova rottamazione – la quinquies – avente caratteristiche molto interessanti, per chi ha un debito da saldare nei confronti del Fisco. Voluta dalla Lega e contenuta in un emendamento specifico al testo del disegno di legge di Bilancio (recentemente bocciato), la nuova versione dell'agevolazione ricompare in una proposta di legge presentata in Parlamento lo scorso 27 novembre e che entrerà nel vivo il mese prossimo.
Pertanto, pur non venendo sottoposta al voto delle Camere entro fine anno, la nuova sanatoria - o definizione agevolata delle cartelle - potrebbe essere semplicemente rimandata di qualche settimana, grazie a una proposta di legge che, di fatto, recupera l'emendamento bocciato.
La rottamazione quinquies converrebbe al contribuente perché, oltre al versamento mensile delle rate, prevede la dilazione dei pagamenti in ben 10 anni. Secondo le prime anticipazioni fornite da Ansa, la definizione agevolata si applicherebbe a tutti i carichi affidati all'Agenzia delle Entrate – Riscossione nel periodo compreso tra il 2000 e il 2023. Il contribuente debitore pagherebbe, quindi, il capitale senza interessi e sanzioni, per un totale di 120 rate tutte uguali. Da notare che la nuova misura si applicherebbe anche a tutti coloro che non hanno rispettato i termini stabiliti da precedenti provvedimenti di rottamazione.
Come è intuibile, questa nuova rottamazione è particolarmente elastica per il contribuente, ambendo a portare maggiori entrate rispetto alle precedenti rottamazioni. Le prime quattro sono state, infatti, caratterizzate da un parziale fallimento, causato sia dalle eccessive decadenze che dal minor gettito incassato rispetto alle previsioni. Basti pensare ad esempio alla prima, a cui aderirono più di un milione e mezzo di contribuenti, ma che portò all'Erario meno della metà di quanto preventivato all'inizio. Dopo le prime rate la maggior parte degli aderenti non rispettò le scadenze, determinando l'insuccesso dell'iniziativa.
Anche con la rottamazione quater, prevista dalla manovra 2023, l’incasso si è rivelato un vero flop, nonostante le due proroghe previste per includere i decaduti nel piano di dilazione.
In verità, il punto debole delle definizioni agevolate è stato, finora, il piano di rientro strutturato in soli quattro anni, con rate trimestrali che - specialmente in caso di ingenti debiti fiscali - per i contribuenti si rivelavano insostenibili nel giro di breve tempo.
Oltre alla previsione della più snella rateizzazione mensile e di un piano di rientro decennale, la novità della rottamazione quinquies sarebbe - anche e soprattutto - la nuova regola per cui l'agevolazione non verrebbe meno al primo ritardo nel pagamento (come invece accade oggi). Secondo i fautori dell'iniziativa, infatti, la rottamazione sarebbe salva fino al mancato versamento di ben 8 rate.
Concludendo, nonostante la rottamazione quinquies sia stata esclusa dalla manovra 2025, il citato nuovo progetto di legge punta a riproporla e a farla oggetto di discussione all'inizio del prossimo anno. Perciò sapremo presto se davvero ci sarà una nuova definizione agevolata, con caratteristiche diverse da quelle viste finora e tali da dare un aiuto concreto a milioni di cittadini e di attività economiche - artigiani, commercianti, liberi professionisti e PMI - in arretrato col fisco.