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Novità carta di identità, non servirà più il passaporto per viaggi in molti Paesi extra UE basterà il semplice documento

Novità carta di identità, non servirà più il passaporto per viaggi in molti Paesi extra UE basterà il semplice documento
In arrivo nuove regole per modernizzare passaporti e carte d'identità. Scopriamo insieme il "nuovo pacchetto cittadinanza" approvato dal Consiglio dei Ministri
Il Consiglio dei Ministri ha, in questi giorni, approvato il “pacchetto cittadinanza”, vale a dire un insieme di misure legislative - proposte dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale - dirette non solo a riformare la vigente disciplina in materia di cittadinanza, ma anche a migliorare e modernizzare l’erogazione di alcuni servizi, quali passaporti e carte d’identità valide per l’espatrio.

Partendo proprio da queste ultime, preme segnalare l’ampliamento delle possibilità di utilizzo del documento d’identità per i cittadini europei. In base alle nuove regole sarà, infatti, possibile utilizzare la carta di identità per recarsi in Paesi anche al di fuori dell'Unione Europea, previa stipula di accordi bilaterali specifici.

In materia di passaporti sono, invece, apportate modifiche alla L. 21 novembre 1967 n. 1185, al fine di allinearne le previsioni agli standard internazionali utilizzati negli ultimi anni. In particolare le modifiche si sostanziano:
  • nell’abrogazione formale delle norme che prevedevano la possibilità di prorogare la durata del passaporto senza cambiare il libretto. Questa prassi, invero, già non è applicata da anni, visto che i passaporti devono essere leggibili dalle macchine a lettura ottica negli aeroporti;
  • nel rafforzamento delle misure di sicurezza legate al rilascio dei passaporti: a tal fine essi saranno dotati di microprocessore con dati biometrici, compresi di fotografia e impronte digitali;
  • nell’eliminazione del passaporto collettivo, documento che permetteva a gruppi di persone di viaggiare insieme con un unico passaporto. I nuovi standard di sicurezza richiedono, infatti, che ogni viaggiatore abbia il proprio passaporto personale;
  • nella previsione di una novità per i minori di 14 anni che viaggiano con un solo genitore. È noto che alcuni Paesi non accettano la semplice dichiarazione firmata dal genitore e chiedono il rilascio di un'attestazione ufficiale da parte delle autorità italiane. Con la riforma si prevede, invece, che l'Italia possa rilasciare questo tipo di certificazione, così da evitare problemi alle famiglie durante i viaggi;
  • nella distinzione netta fra le modalità di denuncia di furto o smarrimento del passaporto in Italia e quelle da seguire all'estero: se il passaporto viene perso o rubato in un altro Paese, il cittadino dovrà prima rivolgersi alle autorità di polizia locali per sporgere denuncia. Solo in seguito potrà trasmettere la documentazione alle autorità italiane competenti, ovvero i questori o, in casi eccezionali, gli ispettori di frontiera. Per chi si trova all'estero, sarà anche possibile rivolgersi direttamente a un consolato o a un'ambasciata italiana. Questa regola è finalizzata a uniformare la procedura e chiarire i passaggi da seguire, al fine di garantire che la denuncia venga formalizzata nel Paese in cui è avvenuto il furto, in linea dunque con la prassi già adottata per il rilascio dei documenti di viaggio provvisori dell'Unione Europea (ETD).

Quanto alle modifiche in materia di cittadinanza, l’obiettivo prioritario delle misure adottate è valorizzare il legame effettivo tra l’Italia e il cittadino all’estero. Il Ministro degli Esteri Antonio Tajani ha chiarito che molti discendenti degli emigrati potranno ancora ottenere la cittadinanza italiana, ma verranno posti limiti precisi soprattutto per evitare abusi o fenomeni di “commercializzazione” dei passaporti italiani. La cittadinanza deve essere una “cosa seria”.

I Paesi di maggiore emigrazione italiana hanno avuto, infatti, negli ultimi anni un forte incremento di riconoscimenti della cittadinanza. Dalla fine del 2014 alla fine del 2024 i cittadini residenti all’estero sono aumentati da circa 4,6 milioni a 6,4 milioni: un aumento del 40% in 10 anni. I procedimenti giudiziari pendenti per l’accertamento della cittadinanza sono oltre 60.000.

La riforma - avviata con l'approvazione del D.L. 36/2025 - allinea i criteri per il riconoscimento della cittadinanza italiana a quelli dei nostri partner europei e stanzierà nuove risorse per rendere i servizi consolari più efficienti, nella misura in cui questi potranno dedicarsi in via esclusiva a chi ne ha una reale necessità, in virtù del suo concreto legame con l’Italia. Il sistema attuale si ripercuote, infatti, sull’efficienza degli uffici amministrativi o giudiziari italiani, messi sotto pressione da chi si reca in Italia solo nel tentativo di accelerare l’iter del riconoscimento della cittadinanza, alimentando anche frodi o pratiche scorrette. I consolati dovranno concentrarsi sull’erogazione dei servizi a chi è già cittadino e non più disperdere energie per “creare” nuovi cittadini.

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