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Legge 104, ecco quando scattano i controlli del datore di lavoro sui permessi 104: quando può spiarti e cosa rischi

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Legge 104, ecco quando scattano i controlli del datore di lavoro sui permessi 104: quando può spiarti e cosa rischi
Se si sospetta che il lavoratore abusi dei permessi 104, il datore di lavoro può avviare controlli e possono esserci conseguenze, anche penali, per il dipendente
La Legge 104 stabilisce varie agevolazioni a favore dei disabili e dei familiari che li assistono. Tra questi benefici rientrano i cc.dd. permessi 104: ossia permessi retribuiti, che permettono di astenersi dal lavoro per assistere una persona con disabilità grave.

Quando viene segnalato o si ha il sospetto che un lavoratore abusi di questi permessi, il datore può far scattare una serie di controlli.

Il tema interessa il lavoratore che assiste la persona disabile grave. Occorre prestare molta attenzione poiché, se l’abuso viene accertato, possono esserci svariate conseguenze: si va dal rischio di licenziamento fino al pericolo di essere denunciati.

In quali situazioni il datore può controllare chi beneficia della Legge 104?

Occorre precisare che, quando si parla di “abuso”, ci si riferisce ad un utilizzo improprio del beneficio: ossia, il lavoratore abusa dei permessi 104 quando li utilizza per svolgere un’attività del tutto diversa da quella per cui tale beneficio è riconosciuto.

Il comma 3 dell’art. 33 della legge 104 stabilisce il diritto ad usufruire dei permessi retribuiti per assistere un congiunto con disabilità grave, che non sia ricoverato a tempo pieno. Pertanto, il permesso 104 viene concesso (e deve essere utilizzato) allo scopo di consentire l’assistenza al proprio familiare disabile grave.

Quando possono scattare i controlli da parte del datore di lavoro?

Quando il datore di lavoro ha il fondato sospetto che un dipendente stia utilizzando i permessi 104 in modo improprio, può decidere di avviare una serie di verifiche.

Basti pensare che il datore di lavoro può rivolgersi ad agenzie private per effettuare investigazioni sull’abuso della Legge 104.

D’altronde, è la stessa Corte di Cassazione ad aver precisato che devono essere considerati legittimi i controlli eseguiti dal datore allo scopo di accertare l’utilizzo improprio dei permessi 104 da parte dei dipendenti.

Infatti, in queste situazioni, lo Statuto dei lavoratori non può dirsi violato.

In particolare, lo Statuto dei lavoratori stabilisce che il datore di lavoro non può controllare il dipendente in relazione alle mansioni svolte all’interno e all’esterno dell’azienda. Tuttavia, nel caso dell’uso improprio dei permessi da parte del lavoratore, il controllo non riguarda l’adempimento della prestazione lavorativa, essendo effettuato al di fuori dell’orario lavorativo e durante la sospensione dell’obbligazione principale.

Pertanto, è ben possibile che, attraverso l’attività di un investigatore privato, il datore raccolga le prove di un eventuale abuso dei permessi.

Però, quali comportamenti possono essere qualificati come “abuso”?

La giurisprudenza ha più volte precisato che la normativa richiede un collegamento funzionale (e non temporale) tra l’utilizzo dei permessi 104 e la prestazione di assistenza al disabile grave: cioè, il beneficio deve essere usato dal lavoratore per svolgere quelle attività che costituiscono un’utilità per il disabile, garantendogli l’assistenza necessaria.

Quindi, il lavoratore potrà anche momentaneamente allontanarsi dal soggetto disabile durante la fruizione del permesso, ma deve trattarsi di un’assenza limitata nel tempo e sempre finalizzata all’assistenza del disabile. Ad esempio, si pensi al dipendente che si allontana solo per andare a comprare dei farmaci o per prenotare una visita medica al familiare disabile.

Pertanto, ci sarà un abuso quando il lavoratore usufruisce dei permessi per esigenze del tutto differenti rispetto a quella dell’assistenza del familiare disabile. Ad esempio, si pensi a colui che, durante il godimento del permesso, si dedica esclusivamente alla cura della propria persona andando in un centro estetico, oppure parte per una gita fuori porta.

Però, nei casi in cui venga dimostrato l’abuso, il lavoratore cosa rischia?

Se viene scoperto l’abuso dei permessi 104, il dipendente rischia l’irrogazione di una sanzione disciplinare e, nei casi più gravi, addirittura il licenziamento per giusta causa.

E le conseguenze non finiscono qui.

Infatti, il lavoratore può rischiare anche una denuncia e, quindi, un procedimento penale poiché questo comportamento (abuso di permessi retribuiti 104) integra il reato di indebita percezione del trattamento economico.

Di conseguenza, bisogna fare attenzione ad utilizzare in modo legittimo questo beneficio. Fare i furbi potrebbe avere ripercussioni negative sul lavoro e non solo.


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