Un primo beneficio, che rappresenta più una proroga che un’effettiva innovazione, interessa coloro che percepiscono un reddito annuo lordo non superiore a 20.000 euro. L’importo aggiuntivo riconosciuto a questi lavoratori è individuabile sotto la dicitura “Indennità articolo 1, comma 4, Legge 207/2024” o, in alcuni casi, come “Somma Integrativa Legge 207/2024”. Il valore del bonus varia in funzione del reddito complessivo: ad esempio, per chi guadagna circa 18.000 euro l’anno, il beneficio si attesta attorno ai 60 euro mensili.
Un secondo intervento – anch’esso più una conferma che un’innovazione – riguarda i dipendenti con redditi compresi tra 20.000 e 40.000 euro. In questi casi, la voce che compare in busta paga è denominata “Ulteriore Detrazione”. A differenza del primo beneficio, non si tratta di un incremento netto dello stipendio, ma di un’agevolazione fiscale che si somma alle altre detrazioni già previste per i lavoratori subordinati. L’importo riconosciuto non è fisso, ma varia in funzione della situazione reddituale del singolo dipendente.
La vera novità del 2025 riguarda, però, un incentivo destinato a chi percepisce fino a 35.000 euro di reddito annuo. La Legge di Bilancio ha introdotto la possibilità, per i datori di lavoro, di concedere un rimborso esentasse per il pagamento dell’affitto e delle relative spese di manutenzione. Tale misura si applica esclusivamente ai dipendenti assunti a tempo indeterminato nel corso del 2025 (tra il 1° gennaio e il 31 dicembre).
Questo bonus, classificato come fringe benefit, può raggiungere un massimo di 5.000 euro annui e può essere riconosciuto per un periodo di due anni dall’assunzione. Tuttavia, sebbene tale beneficio sia esente dall’IRPEF, esso resta comunque soggetto al pagamento dei contributi previdenziali INPS.
In sintesi, i nuovi interventi previsti per il 2025 si articolano in tre principali misure: la prima riguarda un’indennità destinata ai lavoratori con redditi fino a 20.000 euro, il cui importo è variabile ma viene riconosciuto in busta paga al netto; la seconda è un’ulteriore detrazione per chi guadagna tra 20.000 e 40.000 euro, il cui ammontare non viene specificato al netto dello stipendio; la terza misura consiste in un fringe benefit, del valore massimo di 5.000 euro annui, destinato a chi ha un reddito fino a 35.000 euro e applicabile per le spese di affitto e manutenzione dell’immobile in cui il lavoratore risiede.