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Eredità Berlusconi, ecco perché i figli non pagheranno le tasse di successione: è tutto in regola, lo consente la legge

Eredità Berlusconi, ecco perché i figli non pagheranno le tasse di successione: è tutto in regola, lo consente la legge
Gli eredi Berlusconi potranno non dover pagare al fisco le tasse di successione sull'eredità milionaria del padre: esenzione su 423 milioni euro
Non c'è che dire, se non che Marina, Pier Silvio, Luigi, Barbara ed Eleonora Berlusconi stanno giocando bene le proprie carte.
Infatti, nonostante Berlusconi abbia lasciato ai figli un patrimonio ereditario, con un valore di mercato che oscilla tra 5 e i 6 miliardi di euro, il fisco italiano potrebbe rimanere a bocca asciutta ed incassare poco e niente. Il tutto è chiaramente consentito dalla legge italiana.

I figli di Berlusconi, infatti, hanno chiesto l’esenzione fiscale per il passaggio di 423 milioni di euro, valore delle 4 holding cui fa capo il 61,2% di Fininvest e di proprietà del Cavaliere. Ciò ai fini del trasferimento del controllo della società, dopo la morte dell’ex Premier.
Facendo i conti in tasca al Cavaliere, ai fini fiscali, ciò che Berlusconi ha lasciato ai suoi 5 figli (parliamo del patrimonio netto), corrisponde alla “modesta” somma di 458 milioni di euro, come ha certificato il notaio Mario Notari di Milano. Pertanto, è questa la somma sulla quale andrebbero calcolate le tasse di successione.

Questi 458 milioni sono così ripartiti: Circa 423 milioni riguardano le 4 holding che controllano Fininvest, mentre il valore dei beni immobili è di 35 milioni. Per l’esattezza, si parla di tre ville e un box a Trieste ricevuto in eredità da un cittadino. Il resto del lascito di Silvio riguarda beni mobili, quadri, opere d’arte e barche. Di tutte queste somme da capogiro, gli eredi di Berlusconi, probabilmente, andranno a pagare al fisco solamente 81mila euro di imposta di registro e null’altro. Considerato che si tratta di cinque eredi, parliamo di poco più di 16mila euro a testa. Sicuramente meno di quanto ci si possa aspettare come tasse dovute al fisco da parte di ereditieri milionari.

Eppure, la richiesta di Marina, Piersilvio, Eleonora, Barbara e Luigi Berlusconi è perfettamente in regola con quello che prevede la legge italiana. Infatti, il Testo Unico sull’imposta di successione del 1990 prevede che i trasferimenti a favore dei discendenti e del coniuge “di aziende o rami di esse, di quote sociali e di azioni non sono soggetti all’imposta… a condizione che gli aventi causa proseguano l’esercizio dell’attività d’impresa o detengano il controllo per un periodo non inferiore a cinque anni».

In sostanza gli eredi saranno esenti dal pagamento delle tasse di successione sui beni ereditati qualora essi proseguano l’esercizio dell’attività d’impresa o ne detengano il controllo per almeno cinque anni.
Detto fatto! Effettivamente i 5 fratelli si sono accordati formalmente a non cedere le quote della società per i prossimi 5 anni. Più precisamente nell’accordo si legge che «gli eredi si obbligano reciprocamente, altresì, a non alienare quote di alcun cespite compreso nel Relictum per il termine di cinque anni dall’apertura della successione e quindi sino al 12 giugno 2028».

I colpi di scena non finiscono qui. Infatti, entro il 30 novembre Fininvest approverà il neo statuto con le nuove disposizioni tra cui compare quella del vincolo dei 5 anni, nonché le nomine dei nuovi consiglieri, la distribuzione degli utili ecc. Dopo tale data l'accordo dei 5 si scioglierà e rimarrà in piedi solo quello tra Marina e Pier Silvio che insieme detengono circa il 76% delle quote della Fininvest e che di fatto controllano la società.
Ricapitolando, due sono stati i passaggi fondamentali ai fini della richiesta di esenzione: il trasferimento per successione operato da Silvio delle quote di Fininvest e l’accordo firmato dai 5 figli per il mantenimento del controllo sulla società per i successivi 5 anni.
Ora, la mossa successiva è in mano all’Agenzia delle Entrate che dovrà valutare se accettare o meno la richiesta degli eredi Berlusconi e rinunciare, nel caso, a un possibile tesoretto per le casse dello Stato.


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