Il sussidio viene erogato attraverso il Fondo per la Morosità Incolpevole, gestito dalle singole Regioni, e servirà a coprire - parzialmente o totalmente - le spese per i canoni di locazione non pagati. Essendo un fondo gestito dalle Regioni i bandi non saranno uguali per tutte, ma dovranno presentare caratteri simili tra loro.
Il punto di partenza è la definizione di morosità incolpevole, da intendersi come un mancato pagamento non dipeso dalla volontà dell'inquilino bensì da oggettive difficoltà economiche.
Di conseguenza alcuni dei requisiti che potremmo ritrovare nei bandi sono:
- l'aver perso il lavoro o aver subito una riduzione significativa dell'orario di lavoro, tale da non consentire di avere un reddito stabile;
- essere in Cassa Integrazione o aver subito una sospensione dell'attività lavorativa;
- avere una malattia grave che non dia la possibilità di lavorare e di percepire reddito con cui pagare il canone;
- possedere un valore ISEE che non supera una determinata soglia, la quale può variare in base al territorio.
Veniamo alla presentazione della domanda. Per far sì che la propria domanda venga accettata è necessario, anzitutto, leggere con molta attenzione il bando regionale o comunale, consultando il sito dell'ente nella sezione Amministrazione Trasparente.
Successivamente sarà necessario raccogliere tutta la documentazione aggiornata richiesta dal bando, come il modello ISEE o la documentazione medica in caso di malattia grave.
Infine, si potrà presentare la domanda direttamente online tramite il sito dell'ente, o recandosi personalmente presso gli uffici preposti a tale attività.
Questo bonus rappresenta la possibilità, per tante famiglie, di non essere marginalizzati dalla società subendo uno sfratto, ma è anche un'occasione, per le PP.AA., per intervenire tempestivamente in tutte le situazioni di disagio economico e sociale, riducendo la pressione sull'assistenza pubblica e riducendo altresì i costi del ricollocamento di tutti coloro che subiscono uno sfratto.
La decisione di lasciare alle Regioni e ai Comuni la libertà di emanare propri bandi serve a far sì che ogni bando rispetti il tessuto economico-sociale del territorio, così da elargire fondi più consistenti o avere criteri di accesso più flessibili in tutte le zone con una maggiore densità abitativa o un più alto tasso di disoccupazione. Altre zone, invece, potrebbero focalizzarsi su requisiti più stringenti per aiutare solo determinati nuclei familiari.