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Assegno di Inclusione, dal 2025 partiranno le sospensioni, ti verrà pagato un mese in meno: ecco perché e come rinnovare

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Assegno di Inclusione, dal 2025 partiranno le sospensioni, ti verrà pagato un mese in meno: ecco perché e come rinnovare
Le regole dell'Assegno di inclusione prevedono una sospensione di un mese, prima del rinnovo della misura per altri 12 mesi. Facciamo chiarezza sul meccanismo e sugli obblighi dei beneficiari
Sostitutivo del reddito di cittadinanza e in vigore dal primo gennaio di quest'anno, l'Assegno di inclusione - Adi è una misura di sostegno economico e di inclusione sociale e professionale, fondata sul possesso di requisiti ben precisi, vale a dire: residenza, cittadinanza e soggiorno, prova dei mezzi sulla scorta dell'ISEE, situazione reddituale del beneficiario e del suo nucleo familiare e partecipazione a un percorso ad hoc per l'attivazione e l'inclusione sociale e lavorativa.

Ebbene, dal prossimo anno saranno applicate le prime sospensioni dei versamenti, a seguito della decorrenza dei 18 mesi di erogazione del contributo contro la povertà. Come si può leggere, infatti, sul sito web ufficiale del Ministero del Lavoro, il beneficio in oggetto:
  • la prima volta è erogato ogni mese e per un periodo continuativo non maggiore di 18 mesi, dopo di che il diritto alla prestazione decade;
  • può però essere rinnovato, con sospensione di un mese, per altri 12 mesi;
  • allo scadere dei periodi di rinnovo, subisce una nuova sospensione di un mese.
Ecco perché, dal prossimo anno, il meccanismo dell'Assegno di inclusione comporterà la sua erogazione per 11 mesi e non 12 come per il 2024. Decorrendo i citati 18 mesi, il beneficiario e il suo nucleo familiare dovranno attendere un mese di stop, ma - se permangono le condizioni di bisogno - a cominciare dal mese successivo a quello della scadenza sarà possibile fare una nuova domanda. E, in caso di accoglimento di quest'ultima, l'Assegno di inclusione sarà nuovamente accreditato sullo strumento di pagamento elettronico ricaricabile, ossia la Carta di inclusione o Carta Adi.

Facciamo un breve esempio pratico per capire meglio. Se ad un beneficiario la diciottesima mensilità sarà pagata a luglio 2025, la domanda potrà essere fatta soltanto dal mese di agosto del prossimo anno. Non solo. Siccome tale misura di sostegno decorre dal mese posteriore a quello in cui è stata fatta la domanda, il nuovo versamento si avrà soltanto dal settembre 2025. Per questa via, come è facile comprendere, sarà così rispettata la regola della sospensione di un mese.

Non si tratta di vere e proprie novità o di disposizioni o emendamenti al testo del disegno di legge di Bilancio 2025. La sospensione di un mese era, infatti, già prevista nel provvedimento istitutivo dell'Assegno di inclusione, ossia il decreto n. 48 del 2023, in particolare al suo art. 3. Al contempo, non vi sono aggiornamenti in tema di regole di assegnazione dell'importo o di sua quantificazione.

Rimarchiamo che la citata sospensione di un mese non impedisce comunque il rinnovo, che potrà essere effettuato senza alcun tetto limite, a patto di mantenere nel tempo – come accennato – tutti i requisiti previsti dalle regole in materia.

Ricapitolando, dal 2025 e per la durata dell'anno solare, i primi beneficiari della misura si troveranno ad avere un “buco” nell'erogazione dell'Assegno pari ad un mese, potendo contare quindi su undici mensilità e non dodici. Considerato che la domanda di rinnovo del contributo andrà fatta ogni 12 mesi, il mese di sospensione si ripeterà anche nel 2026, nel 2027 e così via (a meno di modifiche normative al meccanismo della misura).

L’Assegno di inclusione si richiede facendo accesso al sito dell’Inps (www.inps.it) con Spid, Cie o Cns oppure rivolgendosi agli intermediari CAF e patronati. In via generale, per presentare domanda è sempre obbligatorio avere un ISEE in corso di validità.

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