L’Assegno d’inclusione (ADI) – si rammenta – è un sostegno introdotto dall'art. 1 del Decreto Lavoro 2023, che viene riconosciuto sulla base di specifici requisiti.
Tale misura, in particolare, è rivolta alle famiglie che presentano, nel proprio nucleo familiare, almeno un componente che sia:
Tale misura, in particolare, è rivolta alle famiglie che presentano, nel proprio nucleo familiare, almeno un componente che sia:
- disabile;
- minore;
- avente un'età di almeno 60 anni;
- in condizione di svantaggio e inserito in programma di cura e assistenza dei servizi socio-sanitari territoriali certificato dalla pubblica amministrazione.
Va, poi, sottolineato che l'ADI è una misura che favorisce la ricerca del lavoro. Infatti, per accedere a questo beneficio, è necessario partecipare ad un percorso di inclusione sociale e lavorativa.
Nell’ottica di garantire la correttezza nell’erogazione di tale misura di sostegno, all’INPS è riservata l’attività di monitoraggio: si tratta di effettuare mirati controlli sui nuclei familiari che percepiscono l’assegno di inclusione, con particolare attenzione a coloro che non hanno segnalato eventuali redditi derivanti da nuove attività lavorative o da partecipazione a percorsi di politica attiva per l'impiego.
In materia di determinazione dell’importo del beneficio economico, l'assegno di inclusione ADI, come previsto dall’art. 3 del Decreto Lavoro 2023, è calcolato su base annua, a integrazione del reddito familiare ed è composto da:
- una integrazione del reddito familiare, quota A, fino alla soglia di 6.500 euro annui, o di 8.560 euro annui se il nucleo è composto da persone tutte di età pari o superiore a 67 anni o da persone di età pari o superiore a 67 anni e da altri familiari tutti in condizione di disabilità grave o di non autosufficienza, moltiplicata per la scala di equivalenza di cui all’art. 2 del Decreto Lavoro 2023, verificata sulla base delle informazioni rilevabili dall’ISEE in corso di validità, dagli archivi dell’Istituto e dalle dichiarazioni rese nella domanda;
- una integrazione del reddito dei nuclei familiari residenti in abitazione concessa in locazione con contratto regolarmente registrato, quota B, per un importo, ove spettante, pari all’ammontare del canone annuo previsto nel contratto di locazione, come dichiarato ai fini dell’ISEE, in corso di validità, fino ad un massimo di 3.640 euro annui, o di 1.950 euro annui se il nucleo è composto da persone tutte di età superiore a 67 anni o da persone di età pari o superiore a 67 anni e da altri familiari, tutti in condizione di disabilità grave o di non autosufficienza.
Una novità significativa, introdotta con la manovra finanziaria del 2025, è la possibilità di accedere all’ADI anche solo per il contributo affitto, senza necessariamente ricevere l’integrazione al reddito (quota A). Questo è possibile grazie all’aumento della soglia di reddito per le famiglie in affitto, che ora è superiore a quella necessaria per ricevere la quota A. In pratica, le famiglie con un reddito che supera il limite per la quota A, ma che rientra nella nuova soglia di 10.140 euro, potranno comunque ottenere il contributo per il pagamento dell’affitto. Questa modifica amplia l’accesso al sostegno economico per molti nuclei che, pur avendo un reddito più alto rispetto ai criteri dell’AdI, affrontano comunque spese elevate per la locazione.
Di seguito, si riportano alcuni esempi esplicativi del calcolo dell’importo dell’ADI in caso di nucleo monocomponente in cui il richiedente non sia in condizione di disabilità grave o di non autosufficienza, con scala di equivalenza pari a 1, residente in un’abitazione in locazione:
1. nucleo con reddito familiare pari a 0 euro e canone di locazione pari a 4.500 euro annui: quota di integrazione del reddito di 6.500 euro + quota di integrazione della locazione di 3.640 euro = importo annuo dell’ADI di 10.140 euro e rata mensile di 845 euro di cui 541,67 euro di quota di integrazione del reddito e 303,33 euro di quota di integrazione del canone di locazione;
2. nucleo con reddito familiare pari a 6.500 euro e canone di locazione pari a 3.000 euro annui: quota di integrazione del reddito di 0 euro + quota di integrazione della locazione di 3.000 euro = importo annuo dell’ADI di 3.000 euro e rata mensile di 250 euro di cui 0 euro di quota di integrazione del reddito e 250 euro di quota di integrazione del canone di locazione;
3. nucleo familiare con reddito familiare pari a 8.140 euro e canone di locazione pari a 3.640 euro annui: quota di integrazione del reddito di 0 euro + quota di integrazione della locazione di 3.640 euro = importo annuo dell’ADI di 3.640 euro e rata mensile di 303,33 euro di cui 0 euro di quota di integrazione del reddito e 303,33 euro di quota di integrazione del canone di locazione.
Va comunque sottolineato che, per accedere all’ADI, anche solo per la quota B, è necessario rispettare tutti gli altri requisiti previsti dalla normativa. In particolare, nel nucleo familiare deve essere presente almeno una delle suddette categorie.
Ma come pagare l’affitto con l’Assegno di Inclusione?
L’affitto dovrà essere pagato tramite la Carta ADI, effettuando un bonifico bancario o un postagiro intestato al locatore. L'affitto deve essere pagato esclusivamente tramite i metodi consentiti: non è possibile, quindi, prelevare la quota del canone in contanti per pagare il locatore, poiché ciò comprometterebbe la tracciabilità dell'operazione.
Inoltre, per ricevere la Quota B dell’ADI, è necessario che il contratto di affitto sia regolarmente registrato.
Di seguito, si riportano alcuni esempi esplicativi del calcolo dell’importo dell’ADI in caso di nucleo monocomponente in cui il richiedente non sia in condizione di disabilità grave o di non autosufficienza, con scala di equivalenza pari a 1, residente in un’abitazione in locazione:
1. nucleo con reddito familiare pari a 0 euro e canone di locazione pari a 4.500 euro annui: quota di integrazione del reddito di 6.500 euro + quota di integrazione della locazione di 3.640 euro = importo annuo dell’ADI di 10.140 euro e rata mensile di 845 euro di cui 541,67 euro di quota di integrazione del reddito e 303,33 euro di quota di integrazione del canone di locazione;
2. nucleo con reddito familiare pari a 6.500 euro e canone di locazione pari a 3.000 euro annui: quota di integrazione del reddito di 0 euro + quota di integrazione della locazione di 3.000 euro = importo annuo dell’ADI di 3.000 euro e rata mensile di 250 euro di cui 0 euro di quota di integrazione del reddito e 250 euro di quota di integrazione del canone di locazione;
3. nucleo familiare con reddito familiare pari a 8.140 euro e canone di locazione pari a 3.640 euro annui: quota di integrazione del reddito di 0 euro + quota di integrazione della locazione di 3.640 euro = importo annuo dell’ADI di 3.640 euro e rata mensile di 303,33 euro di cui 0 euro di quota di integrazione del reddito e 303,33 euro di quota di integrazione del canone di locazione.
Va comunque sottolineato che, per accedere all’ADI, anche solo per la quota B, è necessario rispettare tutti gli altri requisiti previsti dalla normativa. In particolare, nel nucleo familiare deve essere presente almeno una delle suddette categorie.
Ma come pagare l’affitto con l’Assegno di Inclusione?
L’affitto dovrà essere pagato tramite la Carta ADI, effettuando un bonifico bancario o un postagiro intestato al locatore. L'affitto deve essere pagato esclusivamente tramite i metodi consentiti: non è possibile, quindi, prelevare la quota del canone in contanti per pagare il locatore, poiché ciò comprometterebbe la tracciabilità dell'operazione.
Inoltre, per ricevere la Quota B dell’ADI, è necessario che il contratto di affitto sia regolarmente registrato.