Esistono due tipi di falsi: quello "legale" e quello "illegale". Nel primo caso ci si riferisce ai c.d. “falsi d’autore”, ovvero a tutte quelle opere d'arte che vengono realizzate da artisti veri e propri in grado di riprodurre opere molto famose alla perfezione (tanto da sembrare vere); in questo caso, sono gli stessi artisti a specificare che si tratta di una c.d. “copia d’autore” e tale dato di fatto è chiaro al compratore al momento dell'acquisto.
I casi che vogliamo prendere in considerazioni sono quelli, al contrario, di falsi veri e propri, opere vendute come vere!
Nonostante le conseguenze penali in cui incorrerebbe il “falsario” se scoperto, lo sfortunato acquirente avrà diritto ad essere tutelato anche sotto il profilo civilistico tramite la restituzione di quanto pagato e il risarcimento del danno.
Fino a qualche tempo fa, la giurisprudenza riteneva difficile giungere alla “sicura determinazione della paternità di un’opera”; l’acquirente, quindi, nella maggior parte delle volte, restava privo di tutela.
Tuttavia, la giurisprudenza di Cassazione, nel corso degli ultimi anni, ha mutato orientamento ed ha iniziato a considerare “l’autenticità come un carattere essenziale del contratto avente ad oggetto un’opera d’arte”.
Pertanto, l'autenticità di un'opera d'arte:
- incide inevitabilmente sull’accordo delle parti e sul prezzo;
- deve essere provata attraverso un attestato di autenticità e provenienza (come previsto dall'art. 64 Cod Beni Culturali, D.Lgs. 42/2004 e successive modificazioni). Questo è un obbligo imposto dalla legge, non una facoltà. Si tratta, infatti, di un certificato firmato che attribuisce la paternità di un’opera ad un determinato autore.
Aliud pro alio
Secondo quanto sostenuto dal Tribunale di Pescara, con sentenza n. 915 del 25.04.2016, se l’opera venduta è “un falso” l’acquirente ha diritto alla restituzione di quanto pagato ed al risarcimento del danno e ciò poiché è stato consegnato un bene completamente diverso da quello pattuito (c.d. aliud pro alio): «in caso di vendita di un quadro come opera autentica di un determinato autore, qualora in un secondo momento la tela risulti falsa, al compratore spetta il diritto ad ottenere la risoluzione del contratto per vendita di aliud pro alio». Ne consegue, quindi, la condanna dei venditori alla restituzione del prezzo ed al risarcimento del danno.
Nello stesso senso si è espressa anche Corte di Cassazione: “l’acquirente ben potrà chiedere la risoluzione del contratto per inadempimento del venditore ex art. 1458 cod. civ. (Cass. sent. n. 17995 del 01.07.2008)” nonchè il venditore sarà tenuto “a corrispondere gli interessi legali maturati a decorrere dal giorno in cui è avvenuto il pagamento del prezzo (Cass. sent.. n. 4604 del 22.02.2008)".
Il danno, ulteriore, risarcibile consiste nel “maggior valore che l’opera avrebbe conseguito nel tempo se fosse stata autentica”, poichè, con il trascorrere del tempo, l'opera d'arte vera acquista un valore notevolmente più altro rispetto al momento dell'acquisto.
Il tempo può giocare, però, a sfavore dell’acquirente, poichè può incidere sul decorso della prescrizione decennale, la quale inizia a decorrere “dalla consegna dell’opera d’arte e non dal (successivo) momento in cui l’acquirente si sia accorto, usando l’ordinaria diligenza, della falsità dell’opera”. Pertanto, se è vero che un'opera d'arte aumenta il suo valore col tempo, è altrettanto vero che sarà opportuno, in caso di dubbi, valutare il prima possibile lo stato di veridicità (meglio di tutto, ovviamente, già al momento dell'acquisto).
L’acquirente che nutre dei dubbi in merito all’autenticità dovrà valutare attentamente la documentazione consegnatagli dal venditore al momento dell’acquisto. Si ricordi, sempre, che i certificati sono obbligatori per legge e che devono essere sempre consegnati.