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Vendita oggetti tra privati, se realizzi un guadagno devi pagarci le tasse: ecco come evitare problemi con il Fisco

Vendita oggetti tra privati, se realizzi un guadagno devi pagarci le tasse: ecco come evitare problemi con il Fisco
Quali regole per le vendite tra privati? Scopri come non avere problemi con l'Agenzia delle Entrate
Le piattaforme online per la compravendita di oggetti tra privati oramai sono così diffuse che anche i più restii hanno accolto l'idea di ricavare qualcosa da beni che non si utilizzano più.
Ciò che, però, genera molti dubbi è la regolamentazione di tali compravendite. Ci si chiede, quindi, come occorre regolarsi con il fisco e se a tali operazioni si applichino le norme previste dalla legge. Se siete interessati all'argomento, vi consigliamo di proseguire nella lettura.
Ad esempio, una delle domande da porsi è se alle vendite online si applichi il diritto di recesso.
La risposta è no, in quanto entrambe le parti dell'operazione sono considerate consumatori.
Parimenti, non sussistendo un rapporto professionista/consumatore, chi vende non è tenuto alla garanzia biennale, ma ciò non significa che un acquirente non abbia rimedi quando riceve un oggetto affetto da vizi.
Difatti, egli può richiedere o la risoluzione del contratto per inadempimento, ottenendo la restituzione del prezzo pagato, nel caso di difetto tale da impedire l’uso dell’oggetto secondo la funzione che gli è propria, oppure la riduzione del prezzo, nel caso di vizio di minore importanza che non pregiudica l’impiego del bene acquistato.

Naturalmente non occorre un contratto scritto affinché si realizzi la compravendita, come non occorre per gli acquisti quotidiani che siamo soliti fare, purché vi sia l'accordo tra le parti.

Tuttavia, un contratto scritto può essere utile a fini fiscali.
Difatti ci si chiede come comportarsi con il fisco in caso di vendite tra privati. Se l'attività è occasionale non occorrerà l'emissione di documenti fiscali o l'apertura di partita IVA, necessaria invece qualora l'attività sia svolta in modo continuativo e si tratti, quindi, di una vera e propria attività commerciale. Indice di un'attività commerciale potrebbe essere, ad esempio, l'apertura di un sito internet dedicato alla vendita.

Ma occorre dichiarare al fisco quanto ottenuto dalla vendita? La risposta è: dipende. Difatti, se la vendita è avvenuta a un prezzo inferiore e quindi, concretamente, non si è ottenuto alcun utile, ciò non è rilevante ai fini fiscali. Discorso diverso se, attraverso la vendita del bene, si realizza effettivamente un ricavo, una plusvalenza, in quanto in questo caso tale plusvalenza, ossia l'importo costituente effettivamente l'utile, va dichiarata all'Agenzia delle Entrate attraverso il modello 730. Si tratta, più precisamente, di "redditi diversi".
Ed è a tali fini che un contratto scritto, anche se non necessario per realizzare la compravendita, può risultare utile. Se vi è un pagamento tracciabile e quindi una somma di denaro che transita su un vostro conto, avere un documento che dimostri la causa di quel trasferimento è importante. Questo perché, se non viene dimostrato il motivo del pagamento, ogni somma ricevuta rappresenta, fino a prova contraria, reddito imponibile.

Adesso che ne sapete un po' di più, potete procedere alla vendita dei vostri oggetti con più consapevolezza.


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