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Tesi di laurea scritta dall'intelligenza artificiale, grande furbata: ma è lecito o è reato?

Tesi di laurea scritta dall'intelligenza artificiale, grande furbata: ma è lecito o è reato?
Grazie all'intelligenza artificiale, i computer ormai possono sostituirsi agli esseri umani, anche componendo testi, come una tesi di laurea. Ma tale comportamento configurerebbe reato?
Con l'avvento di ChatGPT, un software in grado di simulare conversazioni con gli esseri umani, si è tornati a parlare di intelligenza artificiale.
In primo luogo, cos'è l'intelligenza artificiale? In poche parole, è un ramo dell'informatica che si occupa della realizzazione di macchine in grado di assumere caratteristiche e comportamenti tipici degli umani.
Un esempio di intelligenza artificiale (AI, dall'inglese Artificial Intelligence) sono gli assistenti vocali, come Alexa, ma anche i chatbot, come appunto ChatGPT.
Tale software è stato implementato con una quantità di dati tale da permettergli di generare testi simili a quelli che genererebbe un umano, e di conseguenza di instaurare un dialogo o realizzare componimenti.
Con l'avvento di ChatGPT si teme che, quindi, un tale sistema possa sostituirsi all'uomo, anche nel processo creativo. Questo, tuttavia, potrebbe costituire un vantaggio. Ad esempio, ci si chiede se sia possibile, attraverso l'AI, scrivere una tesi di laurea. Ma, soprattutto, ciò sarebbe legale?

Per rispondere a tale domanda, occorre in primo luogo chiarire che, secondo la legge, è reato farsi scrivere la tesi di laurea da un'altra persona.
Infatti, l'art. 1 della legge n. 475/1925 prevede la pena della reclusione da tre mesi ad un anno per "chiunque in esami o concorsi, prescritti o richiesti da autorità o pubbliche Amministrazioni per il conferimento di lauree o di ogni altro grado o titolo scolastico o accademico, per l'abilitazione all'insegnamento od all'esercizio di una professione, per il rilascio di diplomi o patenti, presenta, come propri, dissertazioni, studi, pubblicazioni, progetti tecnici e, in genere, lavori che siano opera di altri".
Inoltre, tale norma prevede che la pena non possa essere inferiore a sei mesi qualora l'intento sia conseguito.
Di conseguenza, chi si laurea presentando una tesi scritta da un'altra persona commette un reato.
Inoltre, ai sensi dell'art. 2 di tale legge, chi esegue o procura il lavoro per gli scopi di cui all'art. 1 della legge n. 475/1925, è "punito a norma della prima parte dell'articolo stesso."
Se l'aspirante consegue l'intento, chi esegue o procura il lavoro "è punito a termine del capoverso del detto articolo".
In ogni caso, l'art. 2 prevede che la pena è aumentata da un terzo alla metà qualora concorra il fine di lucro.
Qualora, inoltre, concorra anche l'abitualità, si applica la pena della reclusione da uno a tre anni.

Come chiarito dalla Corte di Cassazione, in particolare con sentenza n. 18826/11, commette il reato in esame anche chi presenta una tesi di laurea copiata. Secondo la Suprema Corte, per valutare l'originalità dell'elaborato è decisivo lo spirito critico.
Copiare o farsi scrivere la tesi di laurea, quindi, può avere pesanti conseguenze, sia dal punto di vista accademico, con la revoca del titolo, sia dal punto di vista penale, come abbiamo visto.
Ma, appurato che non è legale farsi scrivere la tesi da terzi, ciò vale anche nel caso in cui l'elaborato sia frutto dell'intelligenza artificiale? Sembra proprio di , in quanto lo scopo della normativa è reprimere la falsa attribuzione di lavori altrui, tutelando l'originalità degli elaborati e soprattutto assicurando che l'aspirante ad un titolo di studio (così come chi partecipa ad un concorso, ad esempio) sia correttamente valutato.
Naturalmente, nel caso di tesi redatta dall'AI, sarà punibile solo chi ne usufruisce ai sensi dell'art. 1 della legge n. 475/1925, e non anche l'autore della tesi stessa, ai sensi dell'art. 2 della predetta legge, in quanto una macchina non è di certo punibile.
Ciò premesso, redigere personalmente la propria tesi di laurea non solo è importante sotto un profilo di onestà intellettuale, trattandosi del completamento del proprio percorso di studi, al termine del quale ognuno dovrebbe avere la valutazione che merita in base al lavoro svolto, ma è anche altamente consigliato se non volete correre il rischio, da un lato, di vedervi revocare il titolo e, dall'altro, di essere penalmente sanzionati ai sensi della normativa citata.


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