Negli ultimi tempi si sente sempre più spesso parlare di riforma del catasto e il 2024 sembrerebbe proprio l’anno prescelto per la definitiva adozione di tale provvedimento.
Difatti, nonostante si tratti di una riforma costantemente annunciata nel corso degli scorsi anni e sebbene l’ultima modifica risalga alla fine degli anni ’80, ad oggi non è possibile dire con certezza se e quando la riforma sarà resa effettiva.
Tuttavia, con il PIAO (Piano Integrato di Attività e Organizzazione), elaborato per il triennio 2024-2026 dall’Agenzia delle Entrate, la riforma del catasto sembra essere decisamente più vicina.
L’Agenzia, infatti, mira a perfezionare la c.d. “anagrafe tributaria integrata” che, come si legge nel PIAO 2024-2026, è “come un sistema nazionale, integrato nelle sue due componenti strutturali (basi dati catastali e ipotecarie), aperto, multicanale e dotato di forti capacità di interscambio informativo bidirezionale con le banche dati degli enti locali e delle altre pubbliche amministrazioni”.
L’obiettivo perseguito nel lungo periodo sarebbe quello di raggiungere un adeguamento delle rendite catastali, periodico e calibrato rispetto ai valori di mercato, nonché una maggiore (e più esatta) tassazione delle unità immobiliari.
La valutazione di ciascun immobile varierà, poi, anche a seconda di valori come la posizione geografica, la manutenzione nonché le caratteristiche specifiche dell’immobile che, insieme, concorreranno alla determinazione dei “nuovi” valori immobiliari.
Tali misure, però, sono idonee ad incidere non solo sui dati catastali (formali) dell’immobile, ma anche sulla tassazione che in concreto verrà operata.
Sicuramente, infatti, un nuovo classamento dell’immobile e/o una nuova (ed aumentata) rendita catastale andranno ad aumentare il costo dell’IMU, delle imposte di registro e catastali, nonché ad incidere anche sull’ISEE.
Gli esperti stimano che l’IMU avrà un incremento di +1150 euro medi, passando dagli attuali 896 a 2.046 euro.
Ma anche le ricadute sull’ISEE non sono di lieve entità. Secondo le proiezioni offerte da Fiscomania, infatti, il valore della prima casa sarà destinato ad aumentare di 75mila euro. Si stima, infatti, che un immobile che oggi ha un valore catastale di circa 25.000 euro potrebbe passare a un valore catastale di 100.000 euro, con un aumento del 319% circa.
Ovviamente, fare una stima esatta del possibile aumento al momento è impossibile: ciascuna variazione, infatti, sarà determinata non solo da caratteristiche intrinseche dell’immobile (come la manutenzione, il classamento, la superficie) ma anche da elementi esterni (come la zona in cui è ubicato e l’andamento del mercato immobiliare).
Difatti, nonostante si tratti di una riforma costantemente annunciata nel corso degli scorsi anni e sebbene l’ultima modifica risalga alla fine degli anni ’80, ad oggi non è possibile dire con certezza se e quando la riforma sarà resa effettiva.
Tuttavia, con il PIAO (Piano Integrato di Attività e Organizzazione), elaborato per il triennio 2024-2026 dall’Agenzia delle Entrate, la riforma del catasto sembra essere decisamente più vicina.
L’Agenzia, infatti, mira a perfezionare la c.d. “anagrafe tributaria integrata” che, come si legge nel PIAO 2024-2026, è “come un sistema nazionale, integrato nelle sue due componenti strutturali (basi dati catastali e ipotecarie), aperto, multicanale e dotato di forti capacità di interscambio informativo bidirezionale con le banche dati degli enti locali e delle altre pubbliche amministrazioni”.
L’obiettivo perseguito nel lungo periodo sarebbe quello di raggiungere un adeguamento delle rendite catastali, periodico e calibrato rispetto ai valori di mercato, nonché una maggiore (e più esatta) tassazione delle unità immobiliari.
La valutazione di ciascun immobile varierà, poi, anche a seconda di valori come la posizione geografica, la manutenzione nonché le caratteristiche specifiche dell’immobile che, insieme, concorreranno alla determinazione dei “nuovi” valori immobiliari.
Tali misure, però, sono idonee ad incidere non solo sui dati catastali (formali) dell’immobile, ma anche sulla tassazione che in concreto verrà operata.
Sicuramente, infatti, un nuovo classamento dell’immobile e/o una nuova (ed aumentata) rendita catastale andranno ad aumentare il costo dell’IMU, delle imposte di registro e catastali, nonché ad incidere anche sull’ISEE.
Gli esperti stimano che l’IMU avrà un incremento di +1150 euro medi, passando dagli attuali 896 a 2.046 euro.
Ma anche le ricadute sull’ISEE non sono di lieve entità. Secondo le proiezioni offerte da Fiscomania, infatti, il valore della prima casa sarà destinato ad aumentare di 75mila euro. Si stima, infatti, che un immobile che oggi ha un valore catastale di circa 25.000 euro potrebbe passare a un valore catastale di 100.000 euro, con un aumento del 319% circa.
Ovviamente, fare una stima esatta del possibile aumento al momento è impossibile: ciascuna variazione, infatti, sarà determinata non solo da caratteristiche intrinseche dell’immobile (come la manutenzione, il classamento, la superficie) ma anche da elementi esterni (come la zona in cui è ubicato e l’andamento del mercato immobiliare).