Continui episodi di cronaca hanno a oggetto la tortura, la vessazione e l’uccisione cruenta degli animali. Chi avrebbe mai saputo che a oltre settemila chilometri di distanza, nella città di Yulin, che, per inciso, conta il doppio degli abitanti di Roma, annualmente si celebra un festival avente a oggetto la carne di cane, tristemente noto per i metodi brutali e crudeli, praticati in più di cento siti cittadini di macellazione. Ogni anno, al festival di Yulin sono massacrati circa diecimila cani, ma nel mondo, ogni anno, sono ben trenta milioni i cani destinati a nutrire l’uomo (dieci milioni di essi solo in Cina).
La condivisione di gravissimi episodi di crudeltà sui social network innalza la soglia dell’indifferenza e legittima un disimpegno morale, nel quale il fine totalizzante di ottenere visibilità non trova un argine nel principio cardinale della pietà per la sofferenza incolpevole. Ad Anagni, in provincia di Frosinone, sette giovani adulti hanno ucciso una capretta a calci, inquadrando la scena con gli smartphone e facendo a gara per pubblicare il video sui social. Ha commosso l’Italia il gattino scuoiato ad Angri, in provincia di Salerno, il cui calvario è stato raccontato su Facebook dai volontari che lo hanno accolto, definendolo “Leone”, per il coraggio con il quale ha lottato, inutilmente, per sopravvivere.
Ancora Aroon, un cucciolo di cane legato a un palo e bruciato vivo, nel centro di Palermo, dal suo “proprietario”, la persona che avrebbe dovuto più di tutti averne cura, che ha pubblicamente rivendicato la legittimità del gesto, proprio in virtù del suo titolo giuridico di dominio sulla “cosa”. Il calvario disperato del cucciolo è stato raccontato e documentato sui social network e ripreso da numerose testate giornalistiche.
I “doveri di solidarietà” che ne devono improntare l’esistenza certo non possono tradursi nella sistematica distruzione dell’ambiente e dei fragili equilibri dell’ecosistema nel quale è immerso.
Il massacro sistematico degli animali contrasta apertamente con le modifiche introdotte nel 2022 agli articoli 9 e 41 della Costituzione e certo non esprime "il pieno sviluppo della persona", in relazione al quale la Repubblica s'impegna a "rimuovere gli ostacoli che limitano la libertà dei cittadini" (3, II, Cost.). È nell'interesse del cittadino non essere un soggetto il cui sviluppo si realizzi catturando, immobilizzando, sgozzando, mutilando, spellando e facendo a pezzi animali, seppur morti senza dolore. Il ricorso alla violenza disonora l'uomo come soggetto morale, anche quando ne sia destinatario un animale non umano.
Questo manuale di diritto degli animali intende porsi alla base del cambiamento. La ricerca dell’essere, che precede i tentativi di realizzarlo, dota di un’armatura ciò che ancora non è.
Gli autori
Marco Zincani, avvocato. Docente presso Formazione Giuridica.
Glauco Panattoni - Dottorando in diritto pubblico presso il Dipartimento di scienze giuridiche dell’Università di Firenze e Specialista in Professioni Legali.
Valentino Gardi - Professore a contratto presso l’Alma Mater Studiorum Università di Bologna e Specialista in Professioni Legali.
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