In Italia, il fenomeno delle doppie lauree dal profilo internazionale appare sempre più diffuso. Si tratta di corsi di laurea integrati con un periodo di didattica erogata da una facoltà straniera.
L'operazione sulle doppie lauree è nell'agenda del Ministro dell'Istruzione Marco Bussetti.
Se i double degree nascono soprattutto con l’esigenza di aumentare le skill internazionali dei giovani italiani, migliorando anche le loro conoscenze linguistiche, l'idea a cui sta lavorando il Miur punta a invece a creare delle professionalità più in linea con le nuove sfide lanciate dal mercato del lavoro. Sul modello di quanto sta accadendo nei Paesi Bassi o in Svizzera. Per riuscirci basterebbe abrogare l’articolo 142 del regio decreto 1592 del 1933. In base a tale norma, attualmente, è «vietata l’iscrizione contemporanea a diverse università e a diversi istituti d’istruzione superiore, a diverse facoltà o scuole della stessa università o dello stesso istituto e a diversi corsi di laurea o di diploma della stessa facoltà o scuola». Ciò consentirebbe agli studenti di seguire più di un corso in contemporanea e agli atenei di fare squadra allargando la loro offerta formativa. Con il solo paletto che non sarebbe comunque possibile iscriversi a due facoltà entrambe a numero chiuso.
Questa riforma avrebbe immediati effetti pratici. Infatti consentirebbe la creazione di nuove figure professionali che lavorano in ambiti strettamente collegati. Tra gli esempi: medicina ed ingegneria biomedica, ma anche scienze tecnologiche e scienze umane. Eliminare il divieto di iscriversi a due corsi di laurea consentirebbe agli atenei di fare sinergie con altre realtà di eccellenza senza duplicare l’offerta formativa.
In Italia vige ancora un divieto del 1933 che impedisce agli atenei italiani di prevedere nella loro offerta formativa la formula dei “due titoli in uno” erogati sul territorio nazionale. Al momento gli unici consentiti sono i double degree organizzati in collaborazione con le accademie straniere. Che garantiscono al laureato di vedersi riconosciuto il titolo contemporaneamente da noi e in un altro paese, aumentando le possibilità di trovare lavoro.