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Pensioni, seicento euro al mese per dieci anni dall'INPS in attesa della pensione: a chi spetta l'indennizzo e requisiti

Pensioni, seicento euro al mese per dieci anni dall'INPS in attesa della pensione: a chi spetta l'indennizzo e requisiti
Esiste uno specifico indennizzo versato dall'Inps e rivolto ad alcune categorie di lavoratori non lontanissimi dall'età richiesta per accedere alla pensione di vecchiaia. Ecco come funziona e i requisiti
Arrivare all'età pensionabile con un indennizzo-ponte mensile, erogato dall'Inps, è possibile per alcune categorie di lavoratori. Forse non tutti sanno che esiste un trattamento ad hoc, che sostiene economicamente chi oggi ha 57 anni (o 62 anni, come tra poco vedremo) e, quindi, non andrà in pensione di vecchiaia prima del 2035. Oltre al requisito dei 20 anni di contributi versati, l'altro requisito di tale trattamento previdenziale è infatti l'età anagrafica, pari ad almeno 67 anni (salva la presumibile futura applicazione dei cc.dd. scatti dell'aspettativa di vita, che innalzerebbero ulteriormente l'età pensionabile).

Aggiornato ogni anno in collegamento al dato dell'inflazione, l'indennizzo corrisponde attualmente a circa 600 euro al mese – sulla falsariga del trattamento minimo Inps - e costituisce una sorta di “salvagente” per chi è nato nel 1968. Ci si può infatti giovare di un assegno-ponte che, magari abbinato ad altri redditi non da lavoro (ad esempio da affitto o da investimenti finanziari), può consentire la cessazione del lavoro, arrivando con una certa serenità alla data di conseguimento della pensione vera e propria.

Abbiamo detto sopra che questa sorta di bonus è riservata a specifici lavoratori e non a tutti. Ma di chi si tratta esattamente? Ebbene, a beneficiare del contributo mensile - di durata almeno decennale - potranno essere le lavoratrici e i lavoratori autonomi.

Per quanto riguarda l'età da cui si può chiedere ed ottenere l'indennizzo, occorre rimarcare che c'è una differenza legata al genere, in quanto le donne potranno chiederlo dai citati 57 anni, mentre gli uomini dovranno aspettare di compiere 62 anni.

Non a caso tale somma è chiamata “indennizzo commercianti” - o anche “rottamazione della licenza” - e si rivolge proprio a chi, quotidianamente, fronteggia le difficoltà riservate da un'attività con partita Iva e il timore di non avere ricavi sufficienti per sostenere le spese correnti. L'indennizzo è stato introdotto in via temporanea dal D.Lgs. n. 207 del 1996, ma è divenuto una misura stabile dal primo gennaio 2019, a seguito della legge di Bilancio approvata a fine 2018. L'Inps spiega altresì che la somma è concessa nei limiti delle risorse del Fondo istituito nell'ambito della Gestione dei contributi e delle prestazioni previdenziali degli esercenti attività commerciali.

Attenzione, però, perché le norme vigenti consentono l'accesso solo a specifiche categorie di autonomi, iscritte alla Gestione speciale commercianti, ossia gli:
  • esercenti attività commerciale al minuto in sede fissa (ad esempio panetterie, negozi di abbigliamento, cartolerie ecc.);
  • esercenti attività di somministrazione al pubblico di alimenti e bevande, in qualità di titolari o coadiutori (ad esempio ristoranti, pizzerie, bar ecc.);
  • agenti e rappresentanti di commercio;
  • esercenti attività commerciale su aree pubbliche, anche in forma itinerante, in qualità di titolari o coadiutori.
Ma in che modo un commerciante, che intende chiudere la sua attività autonoma, può ottenere tale indennizzo Inps? Ecco in sintesi i requisiti:
  • la persona interessata deve chiudere definitivamente, ossia deve riconsegnare l'autorizzazione o licenza al proprio Comune di residenza, come pure deve richiedere la cancellazione dal Registro di appartenenza presso la Camera di Commercio o dal Repertorio Economico e Amministrativo. Sarà obbligatorio anche chiudere la partita Iva;
  • al momento della cessazione dell'attività, la persona interessata deve essere iscritta da almeno 5 anni nella Gestione speciale commercianti;
  • occorre presentare una domanda ad hoc all'Inps, che ne verificherà la fondatezza e - in caso di esito positivo - inizierà l’erogazione dell’indennizzo mensile fino al raggiungimento dell'età pensionabile.
In particolare, la richiesta della somma può essere presentata online all'Inps attraverso il servizio apposito, denominato “Domanda di indennità commercianti”. Altrimenti è possibile fare domanda tramite il Contact Center Inps o attraverso enti di patronato e intermediari dell'Istituto e i loro servizi telematici.

Inoltre, l'indennizzo in oggetto:
  • spetta dal primo giorno del mese successivo a quello di presentazione della richiesta se, a quella data, risultano perfezionati tutti i requisiti citati e se il soggetto non svolge alcuna attività lavorativa;
  • è erogato fino a tutto il mese di compimento dell’età per la pensione di vecchiaia vigente nella Gestione commercianti.
Concludendo, è essenziale rimarcare che la percezione dell’indennizzo è incompatibile con lo svolgimento di qualsiasi attività di lavoro, sia dipendente sia autonomo. L'Inps spiega infatti che, se il soggetto riprende una qualsiasi attività dipendente o autonoma, è tenuto a renderlo noto all'istituto entro 30 giorni, affinché quest'ultimo disponga la cessazione del versamento.

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