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ISEE errato, rischi una multa fino a 25.822 euro e la reclusione, anche se l'errore non è stato tuo: ecco cosa fare

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ISEE errato, rischi una multa fino a 25.822 euro e la reclusione, anche se l'errore non è stato tuo: ecco cosa fare
Un Isee errato può comportare la perdita di agevolazioni, sanzioni amministrative e, in alcuni casi, conseguenze penali. In questo articolo vedremo quali sono gli errori più comuni e come correggerli per evitare problemi
L’Isee rappresenta uno strumento essenziale per accedere a numerose agevolazioni economiche e prestazioni sociali, ma il calcolo deve essere fatto con estrema attenzione. Esso viene effettuato tenendo conto delle informazioni contenute nella Dichiarazione Sostitutiva Unica (DSU). Di conseguenza, se la DSU contiene informazioni errate, sarà errato certamente anche l’Isee. Tuttavia, un errore nei dati dichiarati può comportare non solo la perdita dei benefici ottenuti, ma anche sanzioni pecuniarie significative e, nei casi più gravi, conseguenze di natura penale. Proprio per questo motivo, è fondamentale comprendere quali siano i rischi di un Isee errato, come rimediare a eventuali inesattezze e quali sono le modalità per verificare la correttezza della dichiarazione.

Quando un Isee contiene dati inesatti o incompleti, il contribuente può essere chiamato a restituire integralmente o parzialmente le somme ottenute a causa all’indicatore errato. La restituzione sarà totale se, con il valore corretto, il beneficio non sarebbe stato concesso; sarà invece parziale nel caso in cui l’agevolazione sarebbe comunque spettata, ma in misura inferiore.
A questo si aggiungono le possibili sanzioni amministrative, che vanno da un minimo di 5.164 euro a un massimo di 25.822 euro, con un tetto massimo pari al triplo dell’importo indebitamente percepito.
In alcune circostanze, l’errore può avere anche conseguenze penali: se le somme ottenute grazie all’Isee errato superano 3.999,96 euro, si rischia una pena detentiva da sei mesi a tre anni per indebita percezione di erogazioni pubbliche. Oltre a queste sanzioni dirette, il contribuente può subire ulteriori conseguenze, come la revoca di altri benefici collegati all’Isee errato e l’avvio di procedure di recupero crediti da parte dell’Agenzia delle Entrate.

Se ci si accorge di un errore nell’Isee, è importante agire tempestivamente per evitare sanzioni e recuperare eventuali agevolazioni in modo corretto. Per rettificare i dati si può procedere in due modi:
  • presentando un modello integrativo FC3, che consente di aggiungere informazioni mancanti senza dover ripetere l’intera procedura;
  • compilando una nuova Dsu, correggendo gli errori e ricalcolando l’Isee da capo.
Se l’errore non è dipeso dal contribuente, ma da un intermediario abilitato o da un Caf, è possibile inviare una diffida formale tramite PEC o raccomandata A/R, chiedendo la rettifica e, se necessario, un risarcimento per i danni subiti. Questo può essere richiesto nel caso in cui l’errore abbia comportato la perdita di agevolazioni o l’obbligo di restituire somme non dovute.

Gli errori nella compilazione dell’Isee sono piuttosto frequenti e possono derivare da diverse cause. Tra i più comuni vi sono:
  • dati patrimoniali incompleti o inesatti, come l’omissione di conti correnti, libretti di risparmio o proprietà immobiliari;
  • dichiarazione errata del nucleo familiare, includendo solo i conviventi e trascurando persone fiscalmente a carico ma residenti altrove (come il coniuge non convivente o un figlio maggiorenne a carico);
  • affidarsi all’Isee precompilato senza verificare i dati, dando per scontato che siano corretti;
  • applicazione errata delle nuove regole, in particolare quelle introdotte nel 2024, che prevedono che i figli non conviventi siano attratti nel nucleo familiare dei genitori se il loro reddito è inferiore a 2.840 euro annui.
Per evitare di commettere errori, è sempre opportuno verificare attentamente la dichiarazione prima dell’invio e, in caso di dubbi, rivolgersi a un professionista.

Per assicurarsi che l’Isee sia corretto, è possibile:
  • confrontarlo con l’Isee dell’anno precedente, se la situazione economica e patrimoniale del nucleo familiare è rimasta invariata;
  • controllare scrupolosamente la Dsu prima della presentazione, verificando che tutti i redditi e patrimoni siano stati dichiarati correttamente;
  • utilizzare il simulatore dell’Inps, disponibile online, che consente di effettuare un calcolo preventivo e individuare eventuali incongruenze prima di presentare ufficialmente la dichiarazione.


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