Questo sistema “piatto” va a sostituire quello attuale che prevede, invece, una tassazione Irpef progressiva basata su 5 aliquote e scaglioni differenti.
Scopo della Flat tax è quello di ridurre la pressione fiscale, portando benefici alle imprese, che avrebbero più margine per gli investimenti, e aumentando il potere di acquisto delle famiglie.
Inoltre, quest’agevolazione fiscale mira a facilitare il recupero delle tasse mai pagate dagli evasori che, con un’aliquota unica e più bassa, dovrebbero essere incentivati a “versare”.
Il 28 giugno 2023 l’Agenzia delle Entrate ha diffuso una circolare, precisamente la n. 18/E, la quale fornisce le indicazioni per l’applicazione della tassa piatta del 15%, chiamata flat tax incrementale, valida solo per il 2023.
Questa tipologia di flat tax è stata introdotta con l’ultima Legge di Bilancio.
La “tassa piatta” è un regime opzionale che va a sostituire IRPEF e addizionali, con un’aliquota fissa al 15% che si calcola sulla differenza tra il reddito determinato nel 2023 e il reddito d’importo più elevato dichiarato nel triennio precedente (dal 2020 al 2022), fino a un limite massimo di 40.000 €.
L’obiettivo che si vuole raggiungere è quello di incentivare l’incremento del reddito: più alto sarà l’utile del 2023 rispetto agli anni precedenti, più alto sarà il risparmio d’imposta.
I soggetti che possono beneficiare della flat tax incrementale sono le persone fisiche titolari di partita IVA esercenti attività d’impresa, arti o professioni che non applicano il regime forfettario (artt. 53 e 55 TUIR).
La Circolare 18/E dell’Agenzia delle Entrate, inoltre, specifica che rientrano nel perimetro della “flat tax incrementale” sia l’impresa familiare, sia l’azienda coniugale non gestita in forma societaria: in entrambi questi casi, la” tassa piatta” si applica solo al titolare dell’impresa.
Infine, il beneficio fiscale si estende anche agli imprenditori agricoli individuali, limitatamente ai redditi d’impresa prodotti (artt. 56 e 56 bis del TUIR).
Rimangono invece esclusi dalla flat tax incrementale: i redditi delle società di persone, i redditi delle società di capitali, i redditi derivanti dall’esercizio di arti e professioni in forma associata e a coloro che applicano il regime forfettario per l’anno d’imposta 2023.
Solo per quest’ultima categoria è prevista la possibilità di rientrare nell’agevolazione fiscale, qualora decadano dal regime forfetario in corso d’anno, per l’ammontare di ricavi superiori a 100.000 euro.
Facciamo un esempio pratico di come si calcola:
Si prenda il caso di Reddito d’impresa e/o da lavoro autonomo:
- Reddito 2023 = 100.000 euro
- Reddito 2022 = 70.000 euro
- Reddito 2021 = 60.000 euro
- Reddito 2020 = 50.000 euro
- Occorre, innanzitutto, fare la differenza tra reddito 2023 e reddito 2022, che è il più alto del triennio: quindi (100.000 euro – 70.000 euro) = 30.000 euro;
- Va poi applicato il 5% di franchigia del reddito più elevato del triennio passato (in questo caso 70.000): quindi, il 5% di 70.000 euro = 3.500 euro.
Infine, per il calcolo della base imponibile assoggettabile a flat tax occorre fare una sottrazione, ossia: 30.000 euro (differenza tra reddito 2023 e reddito 2022) – 3.500 (5% del reddito 2022) = 26.500 euro.
La base imponibile sui cui applicare l’aliquota al 15% sarà di 26.500 euro. Il reddito che confluisce nel reddito complessivo (con aliquote ordinarie IRPEF) è pari a 100.000 – 26.500 = 73.500 euro.