Con le alte temperature di questi giorni, per molti l'unico desiderio è tuffarsi a mare: rigenerarsi con una bella nuotata, per poi stendersi a prendere il sole, magari sorseggiando qualcosa di fresco.
Anche il mare, però, nasconde insidie e pericoli. Vi sarà capitato, difatti, di essere in spiaggia e di vedere issata la bandiera rossa: cosa sta a significare?
Le bandiere sono utilizzate dai bagnini di salvataggio per dare un segnale ai bagnanti. In particolare, la bandiera rossa vuole comunicare che la balneazione è pericolosa.
Quando si parla di balneazione pericolosa, non si deve semplicemente pensare al mare agitato. Infatti, tale bandiera può essere utilizzata anche quando ci sono condizioni metereologiche avverse, come scarsa visibilità o forti correnti, quando c'è una problematica di inquinamento delle acque, o anche semplicemente per indicare l'assenza del bagnino e, di conseguenza, la mancanza di servizio di salvataggio.
Fondamentalmente, con la bandiera rossa viene comunicato ai bagnanti che la balneazione è rischiosa, invitandoli a fare attenzione.
Nonostante la bandiera rossa, però, capita di vedere ugualmente persone che fanno il bagno. La domanda sorge spontanea: ci si può tuffare a mare, pur in presenza di tale segnale di pericolo, o si rischia una multa?
Ebbene, contrariamente a quello che potrebbe pensarsi, anche se il bagnino issa la bandiera rossa, puoi tranquillamente bagnarti senza doverti preoccupare di incorrere in conseguenze legali. Infatti, la bandiera rossa non è un divieto di balneazione, anche considerando che, peraltro, il bagnino non ha l'autorità per comminare sanzioni.
Si tratta, semplicemente, di una segnaletica utilizzata dagli addetti al salvataggio per invitare i bagnanti a prestare attenzione e a comportarsi responsabilmente, perché possono esserci, ad esempio, condizioni meteo avverse, o perché al momento la postazione di salvataggio è "scoperta". Pertanto, sarai libero di tuffarti a mare e non potrai essere multato per questo, anche se ti consigliamo di agire con cautela.
Per quanto riguarda, invece, il divieto di balneazione, la normativa di riferimento è il d.lgs. n. 116/2008, che ha recepito la Direttiva 2006/7/CE (cd. "Direttiva Balneazione"), in materia di gestione della qualità delle acque di balneazione, e a cui ha fatto seguito il il D.M. 30 marzo 2010.
Alle Regioni spetta annualmente l'individuazione delle acque di balneazione, anche attraverso attività di monitoraggio della qualità delle acque, con trasmissione dei dati al Ministero della Salute, nonché ai Comuni interessati.
I Comuni, invece, devono occuparsi della delimitazione, nel territorio di competenza, delle acque non adibite alla balneazione e di quelle permanentemente vietate alla balneazione.
Sono proprio i Comuni, oltre alle Capitanerie di Porto, ad emanare le ordinanze di divieto di balneazione, che dovrà essere comunque evidenziato da apposita e idonea segnaletica.
Solo nel caso di divieto di balneazione, si potrà incorrere in una sanzione amministrativa, qualora si faccia ugualmente il bagno (che sarebbe comunque rischioso per la propria salute). In particolare, al bagnante che contravviene al divieto potrà essere comminata una multa, anche molto salata. Difatti, ai sensi dell'art. 1164 del Codice della Navigazione, “Chiunque non osserva una disposizione di legge o regolamento, ovvero un provvedimento legalmente dato dall’autorità competente relativamente all’uso del demanio marittimo o aeronautico ovvero delle zone portuali della navigazione interna è punito, se il fatto non costituisce reato, con la sanzione amministrativa del pagamento di una somma da euro 1032,00 a euro 3.098,00. Salvo che il fatto costituisca reato o violazione della normativa sulle aree marine protette, chi non osserva i divieti fissati con ordinanza dalla pubblica autorità in materia di uso del demanio marittimo per finalità turistico-ricreative dalle quali esuli lo scopo di lucro, è punito con la sanzione amministrativa del pagamento di una somma da 100 euro a 1.000 euro.”
Quando vi recate in spiaggia, aprite bene gli occhi e osservate la segnaletica e, anche se la balneazione è possibile e quindi non rischiate multe, prestate comunque attenzione alle bandiere rosse, che possono segnalare la presenza di pericoli.
Anche il mare, però, nasconde insidie e pericoli. Vi sarà capitato, difatti, di essere in spiaggia e di vedere issata la bandiera rossa: cosa sta a significare?
Le bandiere sono utilizzate dai bagnini di salvataggio per dare un segnale ai bagnanti. In particolare, la bandiera rossa vuole comunicare che la balneazione è pericolosa.
Quando si parla di balneazione pericolosa, non si deve semplicemente pensare al mare agitato. Infatti, tale bandiera può essere utilizzata anche quando ci sono condizioni metereologiche avverse, come scarsa visibilità o forti correnti, quando c'è una problematica di inquinamento delle acque, o anche semplicemente per indicare l'assenza del bagnino e, di conseguenza, la mancanza di servizio di salvataggio.
Fondamentalmente, con la bandiera rossa viene comunicato ai bagnanti che la balneazione è rischiosa, invitandoli a fare attenzione.
Nonostante la bandiera rossa, però, capita di vedere ugualmente persone che fanno il bagno. La domanda sorge spontanea: ci si può tuffare a mare, pur in presenza di tale segnale di pericolo, o si rischia una multa?
Ebbene, contrariamente a quello che potrebbe pensarsi, anche se il bagnino issa la bandiera rossa, puoi tranquillamente bagnarti senza doverti preoccupare di incorrere in conseguenze legali. Infatti, la bandiera rossa non è un divieto di balneazione, anche considerando che, peraltro, il bagnino non ha l'autorità per comminare sanzioni.
Si tratta, semplicemente, di una segnaletica utilizzata dagli addetti al salvataggio per invitare i bagnanti a prestare attenzione e a comportarsi responsabilmente, perché possono esserci, ad esempio, condizioni meteo avverse, o perché al momento la postazione di salvataggio è "scoperta". Pertanto, sarai libero di tuffarti a mare e non potrai essere multato per questo, anche se ti consigliamo di agire con cautela.
Per quanto riguarda, invece, il divieto di balneazione, la normativa di riferimento è il d.lgs. n. 116/2008, che ha recepito la Direttiva 2006/7/CE (cd. "Direttiva Balneazione"), in materia di gestione della qualità delle acque di balneazione, e a cui ha fatto seguito il il D.M. 30 marzo 2010.
Alle Regioni spetta annualmente l'individuazione delle acque di balneazione, anche attraverso attività di monitoraggio della qualità delle acque, con trasmissione dei dati al Ministero della Salute, nonché ai Comuni interessati.
I Comuni, invece, devono occuparsi della delimitazione, nel territorio di competenza, delle acque non adibite alla balneazione e di quelle permanentemente vietate alla balneazione.
Sono proprio i Comuni, oltre alle Capitanerie di Porto, ad emanare le ordinanze di divieto di balneazione, che dovrà essere comunque evidenziato da apposita e idonea segnaletica.
Solo nel caso di divieto di balneazione, si potrà incorrere in una sanzione amministrativa, qualora si faccia ugualmente il bagno (che sarebbe comunque rischioso per la propria salute). In particolare, al bagnante che contravviene al divieto potrà essere comminata una multa, anche molto salata. Difatti, ai sensi dell'art. 1164 del Codice della Navigazione, “Chiunque non osserva una disposizione di legge o regolamento, ovvero un provvedimento legalmente dato dall’autorità competente relativamente all’uso del demanio marittimo o aeronautico ovvero delle zone portuali della navigazione interna è punito, se il fatto non costituisce reato, con la sanzione amministrativa del pagamento di una somma da euro 1032,00 a euro 3.098,00. Salvo che il fatto costituisca reato o violazione della normativa sulle aree marine protette, chi non osserva i divieti fissati con ordinanza dalla pubblica autorità in materia di uso del demanio marittimo per finalità turistico-ricreative dalle quali esuli lo scopo di lucro, è punito con la sanzione amministrativa del pagamento di una somma da 100 euro a 1.000 euro.”
Quando vi recate in spiaggia, aprite bene gli occhi e osservate la segnaletica e, anche se la balneazione è possibile e quindi non rischiate multe, prestate comunque attenzione alle bandiere rosse, che possono segnalare la presenza di pericoli.