Qualche mese fa, come sappiamo, è stato annunciato l'addio del conduttore TV Fabio Fazio alla RAI. Il conduttore, storico volto dell'emittente pubblica, ha firmato un ricco contratto con Discovery. Dal prossimo autunno, gli amanti di "Che tempo che fa" potranno seguirlo su canale Nove.
La notizia aveva suscitato molto clamore tra i fedeli spettatori, ma le acque sembravano essersi calmate, almeno in apparenza.
Nella giornata del 20 luglio, infatti, la RAI è partita all'attacco, cambiando le immagini del profilo degli account Facebok, Instagram e Twitter del programma.
Oltre alla foto, sostituita con il logo RAI, è stata aggiunta la didascalia "Archivio del programma Rai stagioni 2020 2023".
Tale atto è apparso ai più come uno smacco nei confronti di Fazio. Ma la domanda è: l'emittente poteva "cacciare" il conduttore dai profili social? A quanto pare sì.
Ma, prima di analizzare le ragioni della RAI, è opportuno rammentare che Fabio Fazio è titolare del format del famoso programma.
In particolare, dal 2017, la produzione di "Che tempo che fa" è affidata alla società L'Officina, società di produzione fondata nel 2016 dal conduttore con la società Magnolia, del gruppo Banijay.
Nel 2021, però, Fazio ha dovuto cedere il suo 50% della società a Banijay, a causa di un'incompatibilità prevista dalla RAI, che impedisce ai conduttori di programmi di intrattenimento di produrre gli stessi con le proprie società. Cedendo la sua quota, non si occupava più della produzione della trasmissione, che ha continuato a condurre sull'emittente pubblica sino al 28 maggio 2023, data dell'ultima puntata.
Fatte tali doverose premesse, viene da chiedersi: ma se Fazio ha la titolarità del format, ha anche quella dei relativi profili social? La risposta è no.
La proprietà dei profili Instagram, Facebook e Twitter è della RAI, ed è quindi l'emittente televisiva a beneficiare del grande seguito.
La RAI, di conseguenza, aveva ogni diritto di apportare modifiche agli account, che sembrano essere divenuti un archivio degli ultimi anni del programma, non potendo l'emittente, ovviamente, pubblicare nulla di quanto andrà in onda dal prossimo ottobre in poi.
Curiosità: il profilo Tiktok non è stato oggetto dell'opera di "rivoluzione" della RAI, ma non sappiamo se per mera dimenticanza o se perché, al contrario degli altri, tale profilo abbia una proprietà diversa.
Ma Fabio Fazio può rivendicare tali profili? Apparentemente no, non essendo questi di sua proprietà. Inoltre, è probabile che il conduttore non abbia nemmeno, in passato, fatto un uso diretto di tali profili, potendosi presumere che questi venissero gestiti da dipendenti dell'emittente.
Inoltre, non sembra neppure potersi profilare, allo stato, un profilo di danno per il conduttore. Le intenzioni della RAI, difatti, che ha chiarito che si tratterebbe di un passaggio intermedio, prima della cancellazione, sembrano essere quelle di disattivare del tutto tali account. Il profilo Twitter di CTCF, in effetti, sembra essere già non più esistente.
Separatesi le strade dell'emittente e del conduttore, a Fabio Fazio non resta che creare nuovi profili social collegati a "Che tempo che fa", dove il suo affezionato pubblico potrà seguirlo, con tutti i vantaggi, anche economici, che un alto numero di follower comporta.
La notizia aveva suscitato molto clamore tra i fedeli spettatori, ma le acque sembravano essersi calmate, almeno in apparenza.
Nella giornata del 20 luglio, infatti, la RAI è partita all'attacco, cambiando le immagini del profilo degli account Facebok, Instagram e Twitter del programma.
Oltre alla foto, sostituita con il logo RAI, è stata aggiunta la didascalia "Archivio del programma Rai stagioni 2020 2023".
Tale atto è apparso ai più come uno smacco nei confronti di Fazio. Ma la domanda è: l'emittente poteva "cacciare" il conduttore dai profili social? A quanto pare sì.
Ma, prima di analizzare le ragioni della RAI, è opportuno rammentare che Fabio Fazio è titolare del format del famoso programma.
In particolare, dal 2017, la produzione di "Che tempo che fa" è affidata alla società L'Officina, società di produzione fondata nel 2016 dal conduttore con la società Magnolia, del gruppo Banijay.
Nel 2021, però, Fazio ha dovuto cedere il suo 50% della società a Banijay, a causa di un'incompatibilità prevista dalla RAI, che impedisce ai conduttori di programmi di intrattenimento di produrre gli stessi con le proprie società. Cedendo la sua quota, non si occupava più della produzione della trasmissione, che ha continuato a condurre sull'emittente pubblica sino al 28 maggio 2023, data dell'ultima puntata.
Fatte tali doverose premesse, viene da chiedersi: ma se Fazio ha la titolarità del format, ha anche quella dei relativi profili social? La risposta è no.
La proprietà dei profili Instagram, Facebook e Twitter è della RAI, ed è quindi l'emittente televisiva a beneficiare del grande seguito.
La RAI, di conseguenza, aveva ogni diritto di apportare modifiche agli account, che sembrano essere divenuti un archivio degli ultimi anni del programma, non potendo l'emittente, ovviamente, pubblicare nulla di quanto andrà in onda dal prossimo ottobre in poi.
Curiosità: il profilo Tiktok non è stato oggetto dell'opera di "rivoluzione" della RAI, ma non sappiamo se per mera dimenticanza o se perché, al contrario degli altri, tale profilo abbia una proprietà diversa.
Ma Fabio Fazio può rivendicare tali profili? Apparentemente no, non essendo questi di sua proprietà. Inoltre, è probabile che il conduttore non abbia nemmeno, in passato, fatto un uso diretto di tali profili, potendosi presumere che questi venissero gestiti da dipendenti dell'emittente.
Inoltre, non sembra neppure potersi profilare, allo stato, un profilo di danno per il conduttore. Le intenzioni della RAI, difatti, che ha chiarito che si tratterebbe di un passaggio intermedio, prima della cancellazione, sembrano essere quelle di disattivare del tutto tali account. Il profilo Twitter di CTCF, in effetti, sembra essere già non più esistente.
Separatesi le strade dell'emittente e del conduttore, a Fabio Fazio non resta che creare nuovi profili social collegati a "Che tempo che fa", dove il suo affezionato pubblico potrà seguirlo, con tutti i vantaggi, anche economici, che un alto numero di follower comporta.
