Ecco le principali novità introdotte dalle nuove norme in materia di immigrazione.
È stata pubblicata in Gazzetta Ufficiale la legge n. 50/2023, di conversione del discusso D.L. n. 20/2023 (c.d. “Decreto Cutro”), per la programmazione dei flussi di ingresso legale dei lavoratori stranieri e di prevenzione e contrasto all'immigrazione irregolare.
Riassumiamo alcuni dei punti principali della nuova normativa, comprendenti le modifiche apportate in sede di conversione.
In tema di flussi, vengono stabilite le quote massime di stranieri che possono essere ammessi sul territorio nazionale per lavoro subordinato per il prossimo triennio (2023-2025).
Vengono inoltre semplificate e velocizzate le procedure di rilascio del nulla osta al lavoro.
Si stabilisce una durata massima di tre anni per alcuni tipi di permesso di soggiorno (lavoro subordinato, lavoro autonomo, ricongiungimento familiare).
Sul versante penalistico, diventano più severe le sanzioni contro i trafficanti e gli scafisti per il reato di “Morte o lesioni come conseguenza di delitti in materia di immigrazione clandestina”: si arriva a un massimo di trenta anni di reclusione in caso di morte di più persone. Il reato è perseguibile anche se commesso fuori del territorio italiano.
Viene portato da 30 a 45 giorni il termine massimo della proroga del trattenimento nei CPR (Centri di Permanenza per i Rimpatri).
Viene previsto e facilitato il potenziamento della rete dei CPR e dei punti di crisi e prima assistenza, che fino al 31 dicembre 2025 potranno essere realizzati o ampliati anche in deroga alle norme di legge (salvo quelle penali e la disciplina antimafia).
Una delle novità maggiormente contestate riguarda listituto della protezione speciale.
La legge di conversione del decreto Cutro, infatti, abolisce il permesso per protezione speciale e il relativo divieto di espulsione.
In caso di gravi condizioni psicofisiche o derivanti da gravi patologie, il divieto di espulsione vige solo per patologie di particolare gravità non adeguatamente curabili nel Paese di origine.
Il permesso di soggiorno per cure mediche non può più essere convertito in permesso di lavoro.
Il permesso per calamità può ora essere concesso esclusivamente per situazioni “contingenti ed eccezionali” (non è più sufficiente la “grave calamità”); anch'esso non può essere convertito in permesso per lavoro.
Si introduce infine un nuovo caso di rilascio del permesso di soggiorno per le donne vittime di costrizione o induzione al matrimonio.