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Coronavirus: in medio stat virtus?

Coronavirus: in medio stat virtus?
Dove sta la verità e dove inizia il terrore mediatico riguardo diffusione e letalità del Coronavirus?
Sul Coronavirus (COVID 19) ora in più d'uno ammettono che le modalità di comunicazione sono state un pò esagerate. Sulla percentuale di mortalità le cifre variano continuamente. Hanno parlato del 2%, poi dell'1% e sulla percentuale secondo qualche esperto è stato fatto un grave errore: si sono conteggiate come malate centinaia di persone che erano solo positive al test.

Sono state conteggiate nella percentuale di morte persone che muoiono "col Coronavirus", ovvero decedute per altre cause principali, e non per il Coronavirus, pur essendo state trovate positive all'esame.
La mortalità, come ormai noto, riguarda soprattutto malati anziani con gravi patologie pregresse o soggetti immunodepressi.

A questo punto sorge spontanea la domanda: perché dei morti per l'influenza stagionale non si parla mai e si è arrivati anche alla cifra di 10.000 morti in un anno, comprendendo i morti diretti o indiretti per complicazioni dell'influenza, e fino a 9 milioni di malati di influenza stagionale in un anno?

La dott.ssa Maria Rita Gismondo direttrice del dipartimento di diagnostica per microbiologia,virologia e bio-emergenza presso l'ospedale Sacco di Milano, centro di riferimento per il contagio di Coronavirus in Lombardia, ha rilasciato questa dichiarazione al giornale La Repubblica:
"Si è scambiata un'infezione appena peggiore di un'influenza con una pandemia mortale: Non è così! Il nostro laboratorio ha fatto i test tutta la notte. I campioni arrivano continuamente: mi sembra una follia. Guardiamo i numeri. Questa follia farà molto male, sopratutto da un punto di vista economico... Questa non è un pandemia. Durante la scorsa settimana la mortalità dovuta all'influenza stagionale è stata di 217 morti al giorno! Per favore abbassare i toni, no allarmismo, spiegare le cose alla gente, ma dire le cose vere con molta obiettività. C'è un bombardamento di notizie che fomentano la paura, c'è stato un lavaggio del cervello collettivo. Sembra che siamo in guerra, ma non siamo in guerra".

E' possibile vedere anche un'intervista video alla dottoressa sul canale La7 (una ancora più recente qui).

In Italia muoiono di polmonite 37 persone al giorno.
Solo nel 2017 in Italia i morti per influenza e polmonite sono stati 13.516 (tabella Istat visibile qui). Quindi, se fanno notizia i morti per polmonite da Coronavirus, perché non fanno notizia le decine di migliaia di morti dovuti a virus più banali e ai nostri errati stili di vita?

La virologa italiana Ilaria Capua, che dirige One Health Center of Excellence presso l'Università della Florida negli Stati Uniti, ha detto:
"Questo Coronavirus provoca una malattia similinfluenzale che potrebbe durare fino a fine primavera o prima dell'estate. Dovremo affrontare questo virus per un po', ma dobbiamo usare il cervello ed evitare di veicolare stupidaggini che spaventano i più vulnerabili. Sono convinta che il virus viaggerà abbastanza rapidamente nel mondo, ma ciò non significa che ci saranno forme gravi, anzi molto probabilmente saranno sempre più deboli. L'Italia si trova in una situazione più critica perché cerca casi più attivamente di altri" ( articolo da Repubblica.it).

In Italia fino al 3 marzo sono stati fatti circa 25.000 tamponi faringei, rispetto alla Germania che fino a qualche giorno fa ne aveva fatti poco più di 1000 e alla Francia poco più di 600. Solo nel Veneto sono stati fatti oltre 9000 tamponi: è ovvio che più tamponi si fanno più aumenta la probabilità di trovare casi positivi perché probabilmente questo virus circola già da ottobre in Italia. Il 50% o forse anche 2/3 dei casi sono asintomatici, questo significa che sono venuti a contatto col virus ma non hanno sviluppato la malattia in quanto il loro sistema immunitario è riuscito a neutralizzare il virus. E questi casi asintomatici raramente sono contagiosi. Quindi se calcoliamo tutti i possibili contagiati, comprendendo anche i casi asintomatici, la percentuale delle morti si abbassa notevolmente (la percentuale è un rapporto tra numeri).

Il virologo Fabrizio Pregliasco, prof. all'Università di Milano ha spiegato che
"il virus nella maggior parte dei casi è asintomatico, nell'85% dei casi i sintomi sono minimi o inesistenti,in pochi casi è necessario il ricovero in ospedale e solo in pochissimi casi è necessaria la terapia intensiva".

Si è fatto del terrorismo mediatico seminando ansia, paura, angoscia depressione e terrore. È un isterismo collettivo.
La PNEI (Psiconeuroendocrinoimmunologia), la scienza che studia il rapporto tra psiche e sistema immunitario ha dimostrato come emozioni e sentimenti di angoscia, terrore e disperazione possono paralizzare il sistema immunitario rendendoci più vulnerabili all'attacco di batteri, virus e funghi, e può accelerare fino a 10 volte la velocità di crescita di un tumore. Quindi ciò che è avvenuto è un grave attentato contro l'integrità fisica e psichica degli italiani. Negli ultimi 15 anni abbiamo visto la SARS, l'influenza aviaria, l'influenza suina, l'Ebola, la Zika, tutti fenomeni allarmanti ma di cui ci siamo dimenticati.

Allora rilassiamoci e allontaniamo da noi la paura o peggio ancora il terrore del virus, pur mantenendo quelle precauzioni e norme igieniche che ormai tutti conoscono, con la consapevolezza che ovunque andiamo veniamo continuamente in contatto con virus, batteri e funghi, ma il nostro sistema immunitario li intercetta e li distrugge.

Anche il biochimico francese Louis Pasteur (1822-1895), che dopo anni di studi su microbi e batteri arrivò a formulare la teoria che il microbo è la causa primaria della malattia con l'assioma "il microbo è tutto, il terreno di coltura è nulla", arrivò, alla fine della sua vita, a riconoscere la validità della teoria opposta del collega prof. Claude Bernard (1813-1878) che insegnava fisiologia all'università di Parigi facendo scrivere una frase rimasta famosa: "Bernard aveva ragione: il terreno di coltura è tutto, il microbo è nulla". Infatti, Bernard pur non negando la presenza di batteri potenzialmente patogeni, aveva dimostrato con dati inoppugnabili quanto fosse determinante lo stato del terreno nel favorire la proliferazione o meno degli agenti patogeni.

Vedremo, invece, quali saranno le reali conseguenze economiche di questo blocco forzato del Paese. Presi dall'emergenza di fare salvo il bene primario della vita che è la salute, poco tempo rimane per interrogarsi sul destino dell'altro bene della vita che pure contribuisce in modo non indifferente alla qualità della vita: il portafogli.
Interessante l'illuminato punto di vista espresso dal professor Ugo Mattei sul futuro del nostro paese ... dopo il Coronavirus. Tornare alla normalità non sarà più possibile.

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