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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 354 del 2 aprile 1991
«L'accentuazione del ruolo del medesimo disegno criminoso, nonché il suo carattere soggettivo - psichico — da cui deriva l'esigenza di una più rigorosa prova della sua presenza — riduce l'importanza dell'elemento oggettivo, costituito dall'elemento...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 5519 del 18 maggio 1991
«L'assicurazione a fare vendere le cose che saranno rubate integra una forma di istigazione a commettere il furto, che si differenzia dal favoreggiamento, in cui l'attività del complice è un fatto successivo alla consumazione del furto. (Nella...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 6012 del 31 maggio 1991
«I regolamenti della CEE hanno piena efficacia obbligatoria e sono direttamente applicabili nell'ordinamento dello Stato. Ne consegue che avendo il reg. CEE n. 986/89, con l'art. 1, abrogato a decorrere dall'1 gennaio 1991, la norma (prima interna,...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 6580 del 13 giugno 1991
«L'esito della procedura camerale prevista dall'art. 599 comma quarto, nuovo c.p.p. — e, cioè, la conclusione del concordato intervenuto fra le parti sui motivi di appello — quale espressione dell'ampio potere dispositivo concesso alle parti dal...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 2002 del 21 febbraio 1992
«Il corpus del possesso della fauna selvatica — di proprietà dello Stato giusto il disposto dell'art. 1 della legge quadro sulla caccia — è costituito dalla presenza della stessa sul territorio nazionale (art. 2 della predetta legge), mentre...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 2099 del 5 giugno 1992
«È inammissibile il conflitto di competenza sollevato dal giudice di merito avverso decisione della Corte di cassazione. È infatti estraneo al sistema processuale una ipotesi di conflitto tra un giudice di merito e quello di legittimità, i cui...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 2763 del 27 luglio 1992
«In tema di reato continuato, l'identità del disegno criminoso necessaria per la riduzione ad unità delle diverse violazioni non è ravvisabile in mere circostanze inerenti alla persona del colpevole, quali la capacità o la tendenza a delinquere e...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 320 del 15 gennaio 1992
«In detti casi, le violazioni ulteriori potranno bensì apparire connotate da maggiore gravità, tanto da rendere applicabile la circostanza di cui all'art. 61 n. 2 c.p., ma è innegabile che esse sono sorrette dalla medesima volontà unitaria che...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 3200 del 18 marzo 1992
«Gli appartenenti al corpo della guardia di pubblica sicurezza (ora Polizia di Stato) sono considerati in servizio permanente e non cessano dalle loro qualità di pubblici ufficiali anche quando non sono comandati in servizio. (Nella fattispecie, su...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 3366 del 29 ottobre 1992
«Come si desume dalla chiara lettera dell'art. 322 c.p.p., rafforzata dal principio generale espresso dall'art. 568, comma terzo, dello stesso codice, la persona sottoposta alle indagini nei cui confronti sia stato adottato un decreto di sequestro...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 3440 del 25 marzo 1992
«La prova dell'identità del disegno criminoso di cui all'art. 81 c.p., deve essere tanto più rigorosa quanto più distanti fra loro nel tempo sono le condotte antigiuridiche. Quando, poi, una certa attività illecita, commessa in un determinato...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 6143 del 22 maggio 1992
«La circostanza aggravante di cui al secondo comma, n. 2 dell'art. 605 c.p., ossia l'esser stato il sequestro di persona commesso da un pubblico ufficiale con abuso dei poteri inerenti alle sue funzioni, è di natura soggettiva, ma rientrando tra...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 1122 del 27 aprile 1993
«Non sono autonomamente impugnabili né il decreto con cui il giudice dell'udienza preliminare dispone il giudizio a chiusura delle indagini preliminari né atti o provvedimenti propedeutici allo svolgimento dell'udienza preliminare; e ciò anche se...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 11294 del 9 dicembre 1993
«Ai fini del giudizio di responsabilità in ordine al reato di cui all'art. 650 c.p. (inosservanza dei provvedimenti dell'autorità), il giudice deve sempre valutare la «legalità» del provvedimento rimasto inosservato e verificare, quindi, oltre i...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 1674 del 23 febbraio 1993
«Infatti, tale momento non incide in alcun modo sul collegamento funzionale fra le varie ricettazioni, che realizzano lo scopo essenziale del generico programma di acquisire cose provenienti da reati, la cui consumazione è prevedibile prima del...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 2903 del 24 luglio 1993
«La norma suddetta, infatti, fa riferimento alla pericolosità soggettiva del detenuto, «certificata» dalla condanna per un determinato reato e ad essa collega la esclusione di vari benefici, senza possibilità di distinguere, in caso di pene...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 34 del 1 febbraio 1993
«Risulta quindi configurabile la contravvenzione di cui all'art. 650 c.p. quando, pur in assenza di detto termine, la volontà di non adempiere sia desumibile da comportamenti sintomatici inequivocabilmente assimilabili ad un espresso rifiuto quali,...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 4136 del 29 aprile 1993
«Ne consegue che non è di per sé ostativo alla detta concessione il fatto che, in presenza di altri elementi considerati prevalenti, la condotta dell'imputato susseguente al reato sia stata connotata da una reiterazione del medesimo illecito....»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 5333 del 26 maggio 1993
«Poiché la prescrizione costituisce un'ipotesi di rinuncia dello Stato alla pretesa punitiva la sua operatività va verificata con riferimento all'azione penale esercitata per il reato che — nelle sue componenti essenziali ed accessorie — abbia...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 7575 del 3 agosto 1993
«Questa sarà o meno ritenuta non punibile soltanto nell'ipotesi che anche per essa sussistano gli elementi di fatto e di diritto necessari per l'applicabilità della causa di giustificazione e non perché realizzata dal reo, insieme alla violazione...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 9096 del 6 ottobre 1993
«Anche in presenza di una abolitio criminis il giudice, prima di prosciogliere con la corrispondente formula, deve verificare se sussistano le condizioni per l'applicazione di una formula più favorevole, e, quindi, se vi sia la prova che il fatto...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 3261 del 18 marzo 1994
«Ricorrono gli estremi della contravvenzione di cui all'art. 659 c.p. (disturbo delle occupazioni o del riposo delle persone) ogni qualvolta si verifichi un concreto pericolo di disturbo, che superi i limiti di normale tollerabilità, la cui...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 3779 del 31 marzo 1994
«La previsione, nell'art. 4, ultimo comma, L. 23 dicembre 1978, n. 833, della fissazione, con decreto del presidente del Consiglio dei ministri, di limiti massimi di accettabilità, tra l'altro, delle «emissioni sonore negli ambienti di lavoro,...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 9449 del 2 settembre 1994
«La confessione circa la partecipazione al sequestro di persona ed il ruolo svolto dai coimputati non può essere valutata ai fini della concessione dell'attenuante di cui all'art. 630, comma 5, c.p., bensì solo ai fini del riconoscimento delle...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, ordinanza n. 15 del 17 maggio 1995
«L'omessa trascrizione del dispositivo, in calce all'originale di sentenza deliberata in camera di consiglio dalla Corte di cassazione, è mancanza alla quale si può ovviare con la procedura di correzione dell'errore materiale, sia perché si tratta...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 2144 del 6 maggio 1995
«Ai fini della individuazione dei termini di fase della custodia cautelare, fino alla pronuncia della sentenza di condanna di primo grado, dovendosi far riferimento, ai sensi del combinato disposto degli artt. 278 e 303, comma primo, lett. a) e b),...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 2699 del 30 novembre 1995
«In tema di trattamento sanzionatorio del reato continuato, vige il principio secondo cui non può infliggersi in nessun caso una pena inferiore al minimo edittale previsto per uno dei reati uniti in continuazione. Pertanto, ove il giudice ritenga...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 3354 del 28 marzo 1995
«Sussiste ipotesi di concorso formale, ex art. 81, comma 1, c.p., fra il reato di resistenza a P.U., di cui all'art. 337 c.p. ed il reato di tentato omicidio, stante la diversità dei beni giuridici tutelati da tali norme, e le differenze...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 524 del 27 marzo 1995
«L'elemento soggettivo costituito dallo stato di tossicodipendenza, in assenza di altre specifiche e più puntuali risultanze, non è sufficiente ad integrare il presupposto essenziale per l'applicazione della disciplina della continuazione; invero...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 540 del 20 gennaio 1995
«L'ordine impartito ai sensi dell'art. 144, comma 1 T.U. di P.S. — il quale prevede che lo straniero possa essere in ogni tempo invitato ad esibire i propri documenti di identificazione ed a dare contezza di sè — deve essere considerato legalmente...»