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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 9213 del 22 ottobre 1996
«Il principio di correlazione tra fatto contestato e fatto ritenuto in sentenza, di cui all'art. 521 c.p.p., finalizzato alla salvaguardia del diritto di difesa, non è violato qualora la sentenza puntualizzi l'imputazione enunciata formalmente...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 41476 del 16 novembre 2005
«La parte civile ha sempre diritto di ricorrere per cassazione, ai sensi dell'art. 568, comma secondo, c.p.p., contro i capi delle sentenze che la condannano al pagamento delle spese processuali anticipate dallo Stato. (Nell'enunciare il principio,...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 7836 del 16 giugno 1999
«Infatti, al querelante vanno riconosciuti l'interesse e la legittimazione all'impugnazione entro gli stretti limiti concernenti la condanna alle spese anticipate dallo Stato, nel quadro di un rapporto in cui l'imputato resta estraneo, essendo,...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 6071 del 4 giugno 1991
«La materia è regolata dalle norme del c.p.p. (artt. 479 e 488 c.p.p. abrogato; artt. 425 e 427 nuovo c.p.p.), le quali escludono che lo Stato possa essere chiamato a rifondere le spese sopportate dall'imputato prosciolto o assolto, benché...»
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Cassazione civile, Sez. Unite, sentenza n. 4693 del 28 aprile 1995
«Il termine per l'impugnazione della sentenza di non luogo a procedere prevista dall'art. 424 c.p.p. decorre, salva l'eventualità contemplata nel secondo comma di detto articolo (redazione e lettura integrale della sentenza all'atto della...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 6276 del 22 giugno 1996
«In tema di requisiti del decreto di citazione a giudizio, la mancanza della data e del luogo del commesso reato può costituire vizio di «insufficiente motivazione», soltanto quando non sia possibile collocare nel tempo e nello spazio l'episodio...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 1230 del 13 maggio 1999
«Non sono autonomamente impugnabili né il decreto con cui il giudice dell'udienza preliminare dispone il giudizio a chiusura delle indagini preliminari né atti o provvedimenti propedeutici allo svolgimento dell'udienza preliminare. E ciò vale anche...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 38188 del 8 ottobre 2003
«La disciplina transitoria di cui all'art. 4 ter, primo comma, del D.L. 7 aprile 2000 n. 82, convertito con mod. nella legge 5 giugno 2000, n. 144, è stata dettata per consentire, a seguito delle modifiche introdotte dalla legge 16 dicembre 1999 n....»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 12853 del 20 marzo 2003
«Nel processo celebrato con il rito abbreviato, l'imputato rinunzia definitivamente al diritto di assumere prove diverse da quelle già acquisite agli atti o richieste come condizione a cui subordinare il giudizio allo stato degli atti, ai sensi...»
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Cassazione penale, Sez. I, sentenza n. 11272 del 12 marzo 2001
«Integra gli estremi del provvedimento abnorme l'ordinanza con cui il giudice respinga la richiesta incondizionata di rito abbreviato. La legge 16 dicembre 1999 ha radicalmente trasformato l'istituto del giudizio abbreviato configurandolo come un...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 10795 del 11 marzo 2008
«Il concorso colposo è configurabile anche rispetto al delitto doloso, sia nel caso in cui la condotta colposa concorra con quella dolosa alla causazione dell'evento secondo lo schema del concorso di cause indipendenti, sia in quello di vera e...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 9921 del 11 marzo 2010
«Qualora l'imputato nei cui confronti sia stato emesso decreto di giudizio immediato abbia chiesto ed ottenuto, com'è suo diritto (in presenza delle condizioni di legge) l'ammissione al giudizio abbreviato, ai sensi dell'art. 458, comma 2, c.p.p.,...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 2043 del 3 marzo 1993
«Una regola desumibile sia dalle indicazioni fornite, allo stato, circa i «parametri cui la motivazione del pubblico ministero dovrebbe rapportarsi nel manifestare la sua opposizione» ed individuati — sempre salva la possibilità di interventi...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 4753 del 13 dicembre 1994
«L'impugnazione consentita alla parte civile avverso sentenza di proscioglimento dell'imputato emessa all'esito del rito abbreviato (art. 442 c.p.p.), cui la medesima parte civile abbia prestato accettazione, non è il ricorso per cassazione, bensì...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 5722 del 9 giugno 1993
«L'art. 580 c.p.p. regola sia il caso in cui alla stessa parte, in ordine a capi diversi della sentenza, siano dati mezzi di impugnazione ordinari di specie diversa sia il caso in cui tali mezzi siano offerti alle diverse parti, anche rispetto a...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 4945 del 31 gennaio 2000
«In tema di patteggiamento in appello, poiché la legittima difesa non rientra tra le cause generali di non punibilità, essa è da considerarsi oggetto di rinuncia nel momento in cui viene concordata la pena. La sua sussistenza, pertanto, non può...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 1445 del 30 maggio 2000
«In tema di patteggiamento la procedura dettata dagli artt. 444 e ss. c.p.p. è tale per cui la stipulazione del patto fra l'imputato, personalmente (o a mezzo di procuratore speciale), e il pubblico ministero, comporta implicitamente la rinuncia a...»
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Cassazione penale, Sez. Unite, sentenza n. 20 del 3 dicembre 1999
«Poiché la richiesta consensuale di applicazione della pena si traduce in una scelta processuale che implica la rinuncia ad avvalersi della facoltà di contestare l'accusa mediante un atto dispositivo con cui l'interessato abdica all'esercizio del...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 2725 del 14 marzo 1996
«Nell'ambito del procedimento di cui all'art. 444 c.p.p. non rientra nel potere-dovere del giudice verificare la correttezza della qualificazione giuridica del fatto o vagliare la congruità della misura della pena richiesta dalle parti alla stregua...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 641 del 29 marzo 1999
«Se, malgrado il vizio di illegittimità da cui è affetto, l'accordo sia stato ugualmente ratificato, il giudice dell'impugnazione, a seguito della revisione del controllo di legalità eseguito, deve annullare la decisione, perché il venire meno...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 3447 del 19 marzo 1998
«Quanto al profilo soggettivo, il reato è punito a titolo di dolo, consistente nella conoscenza degli elementi del fatto per il quale si è prestata dal sanitario la propria opera o assistenza, che valgano a disegnare, ancorché possibilisticamente,...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 20592 del 9 maggio 2003
«Il giudice, nell'applicare la pena di svolgimento di lavoro di pubblica utilità concordata dalle parti per il reato di guida in stato di ebbrezza, deve specificare il tipo di attività da svolgere e l'ente convenzionato presso cui effettuare il...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 3183 del 9 marzo 1999
«In tema di patteggiamento, la sentenza che applichi la pena richiesta dall'imputato, a seguito di dibattimento per il dissenso del P.M. ritenuto dal giudice ingiustificato, è appellabile anche dall'imputato, atteso che la rinuncia a contestare...»
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Cassazione penale, Sez. V, sentenza n. 5018 del 13 gennaio 2000
«...come nel caso in esame, quella detentiva. Nell'enunciare il principio sopra riportato, la Suprema Corte ha ricordato che la fattispecie di cui al comma secondo dell'art. 588 c.p. costituisce non titolo autonomo di reato, ma circostanza...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 3946 del 30 marzo 1998
«In tema di patteggiamento, qualora il pubblico ministero abbia prestato il proprio consenso all'applicazione di un determinato trattamento sanzionatorio, l'impugnazione della sentenza che tale accordo abbia recepito è consentita solo qualora esso...»
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Cassazione penale, Sez. II, sentenza n. 2311 del 2 marzo 1995
«In tema di ricettazione, il reato presupposto non deve necessariamente essere stato accertato con sentenza irrevocabile né devono essere stati individuati gli autori, essendo sufficiente che la sua sussistenza risulti al giudice chiamato a...»
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Cassazione penale, Sez. III, sentenza n. 1585 del 22 febbraio 1993
«Il detto ordine, pertanto, non ha natura di sanzione amministrativa né di pena accessoria, ma è assimilabile ad una vera e propria sanzione penale; dal che deriva che esso, oltre a costituire statuizione alla cui esecuzione può essere subordinato...»
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Cassazione penale, Sez. IV, sentenza n. 11899 del 22 novembre 1991
«Pertanto, poiché l'espulsione dello straniero dal territorio dello Stato ha natura e qualifica di misura di sicurezza per espressa disposizione di legge (art. 215, comma secondo, n. 4, c.p. ed art. 81 legge n. 865 del 1975), detta sanzione non può...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 8489 del 18 ottobre 1994
«Tale affermazione non contrasta con l'art. 445 c.p.p. nella parte in cui questo prevede che la sentenza resa a seguito di patteggiamento non ha efficacia nei giudizi civili o amministrativi, atteso che nel processo elettorale la sentenza penale...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 7483 del 24 giugno 1998
«In tema di rivelazione ed utilizzazione di segreti d'ufficio da parte degli impiegati dello Stato, il contenuto dell'obbligo la cui violazione è sanzionata dall'art. 326 c.p., deve essere desunto dal nuovo testo dell'art. 15 del D.P.R. 10 gennaio...»