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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 212 del 21 gennaio 1985
«Le copie fotostatiche e fotografiche di un documento hanno, a norma dell'art. 2719 c.c., lo stesso valore probatorio degli originali quando la loro conformità con questi attestata dal pubblico ufficiale, ovvero non è espressamente disconosciuta...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 12826 del 19 novembre 1999
«Benché l'espressione «documento» usata negli artt. 2722 e 2723 c.c. vada intesa nel senso di atto scritto avente contenuto convenzionale, con il quale contrasti il patto aggiunto o contrario che si vuole provare con testimoni (con la conseguenza...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 3503 del 23 aprile 1997
«Il divieto stabilito dall'art. 2722 c.c. di provare per testi circostanze contrarie al contenuto di un patto scritto riguarda le prove dirette a dimostrare per un rapporto convenzionale una disciplina pattizia diversa da quella risultante dalla...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 28102 del 30 dicembre 2009
«I limiti di ammissibilità della prova testimoniale avente ad oggetto la stipulazione, dopo la formazione di un documento negoziale, di un patto aggiunto o contrario al contenuto dello stesso non sono dettati per ragioni di ordine pubblico ma...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 7660 del 1 agosto 1990
«La valutazione delle circostanze (tipiche od atipiche), in presenza delle quali è consentita, a norma dell'art. 2723 c.c., l'ammissione della prova per testimoni di patti, aggiunti o contrari, posteriori alla formazione di un documento, è...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 1183 del 9 marzo 1978
«Mentre la mancata ammissione della prova testimoniale, oltre i limiti di valore di cui all'art. 2721 primo comma cod. civ non abbisogna di essere giustificata con apposita motivazione, in quanto si ricollega a facoltà discrezionale del giudice del...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 426 del 15 gennaio 2000
«L'art. 2724 n. 1 c.c., nel consentire in ogni caso la prova testimoniale in presenza di un «principio di prova scritta» — che sia tale da far apparire verosimile il fatto allegato — postula la esistenza di un nesso logico fra lo scritto ed il...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 4522 del 16 aprile 1993
«Il principio di prova scritta (art. 2724 n. 1 c.c.) — che giustifica la deroga al divieto di prova testimoniale stabilito dall'art. 2722 stesso codice — può desumersi dalle risposte date dalla parte all'interrogatorio, in quanto la verbalizzazione...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 6071 del 16 giugno 1990
«L'eccezione alla generale inammissibilità della prova testimoniale e per presunzione di cui all'art. 2724, n. 2, c.c. è condizionata dall'esistenza di un principio di prova scritta proveniente dalla persona contro la quale è stata proposta la...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 720 del 26 gennaio 1987
«L'art. 2724, n. 1, c.c., il quale introduce un'eccezione al divieto della prova testimoniale, quando vi sia un «qualsiasi scritto, proveniente dalla persona contro la quale la domanda è diretta o dal suo rappresentante, che faccia apparire...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 2046 del 3 maggio 1978
«Al fine dell'ammissibilità della prova testimoniale a norma dell'art. 2774 n. i c.c., per la sussistenza di «un principio di prova per iscritto», l'indagine sulla verosimiglianza del fatto allegato rispetto a quello accertato dal documento, e,...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 7976 del 1 ottobre 1994
«Ai fini dell'ammissione della prova testimoniale ai sensi dell'art. 2724 c.c., la deduzione della impossibilità di procurarsi la prova scritta costituisce un onere della parte, che intenda giovarsene, per cui il giudice di merito non può rilevare...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 15760 del 13 dicembre 2001
«Ai fini della configurabilità della situazione di impossibilità morale di procurarsi la prova scritta che, ai sensi dell'art. 2724, n. 2, c.c., rende ammissibile il ricorso alla prova testimoniale, non è sufficiente la deduzione di una astratta...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 43 del 5 gennaio 1998
«In tema di rilevanza probatoria delle deposizioni di persone che hanno solo una conoscenza indiretta di un fatto controverso occorre distinguere i testimoni de relato actoris e quelli de relato in genere. I primi depongono su fatti e circostanze...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 144 del 8 gennaio 2002
«Mentre in materia di atti e contratti per i quali sia richiesta ad substantiam la forma scritta, eccettuata l'ipotesi della perdita incolpevole del documento (art. 2724 c.c.), è inammissibile la prova testimoniale della esistenza del negozio e...»
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Cassazione penale, Sez. VI, sentenza n. 5129 del 21 marzo 1999
«In tema di mancata esecuzione dolosa di provvedimento del giudice (art. 388 c.p.), è necessario e sufficiente, per la configurabilità del reato, che vi sia stata una richiesta di adempimento (o una messa in mora), anche informale, purché si tratti...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 1389 del 23 gennaio 2007
«In materia di simulazione, non è ammissibile la prova testimoniale, (cosa come quella per presunzioni, in virtù del richiamo, in tema di ammissibilità della prova per presunzioni, agli stessi limiti di ammissibilità della prova per testimoni dei...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 988 del 28 gennaio 2000
«Poiché, a norma dell'art. 2726 c.c., la disciplina in tema di ammissibilità della prova testimoniale dettata per i contratti è applicabile anche ai pagamenti, per il combinato disposto degli artt. 1417 e 2729 c.c. la prova per testimoni e la prova...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 6346 del 5 luglio 1994
«Quando in atto scritto di compravendita si affermi che il prezzo è stato pagato, il venditore non è ammesso a provare il contrario per testimoni o per presunzioni (artt. 2726 e 2722 c.c.), sicché tali prove restano escluse anche quando,...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 5884 del 25 maggio 1993
«L'ammissione dell'interrogatorio formale non può essere negata, assumendosene l'inconcludenza, per il solo fatto che la parte interroganda abbia, in atti processuali pregressi, smentito quanto dedotto in interrogatorio, in quanto lo scopo...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 7722 del 12 luglio 1991
«La ricevuta fiscale ancorché priva di sottoscrizione può essere assunta dal giudice del merito, come prova del pagamento di una determinata somma ad un soggetto, quando contenga l'indicazione della ditta percettrice, del soggetto erogante — che ne...»
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Cassazione civile, Sez. V, sentenza n. 3288 del 11 febbraio 2009
«L'ufficio che procede ad accertamento dell'imposta sui redditi ai sensi dell'articolo 39, primo comma, lettera d), del d.P.R. 29 settembre 1973, n. 600, avvalendosi, ai sensi dell'art. 3, comma 181, della legge 28 dicembre 1995, n. 549, dei...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 6181 del 13 marzo 2009
«Ai fini del raggiungimento della prova per presunzioni, le soglie minime di gravità, precisione e concordanza richieste dall'art. 2729 cod. civ. e la possibilità di ritenere come ammessi, ai sensi dell'art. 232 c.p.c., i fatti dedotti...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 26331 del 31 ottobre 2008
«Il curatore fallimentare che intenda promuovere l'azione revocatoria ordinaria, per dimostrare la sussistenza dell' eventus damni ha l'onere di provare tre circostanze: la consistenza del credito vantato dai creditori ammessi al passivo nei...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 19088 del 11 settembre 2007
«In tema di presunzioni semplici, gli elementi assunti a fonte di prova non debbono essere necessariamente più d'uno, potendo il convincimento del giudice fondarsi anche su di un solo elemento purché grave e preciso, dovendosi il requisito della...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 17535 del 26 giugno 2008
«In tema di presunzioni, qualora il giudice di merito sussuma erroneamente sotto i tre caratteri individuatori della presunzione (gravità, precisione e concordanza) fatti concreti che non sono invece rispondenti a quei requisiti, il relativo...»
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Cassazione civile, Sez. II, sentenza n. 3646 del 24 febbraio 2004
«L'esistenza di una presunzione sulla quale sia possibile fondare la decisione di una causa può validamente desumersi in presenza di una pluralità di elementi di valutazione gravi precisi e concordanti, nei quali il requisito della gravità è...»
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Cassazione civile, Sez. III, sentenza n. 18719 del 9 dicembre 2003
«Nella decisione della causa di merito, il giudice è libero di fondare il proprio convincimento su prove presuntive a differenza di altri mezzi di prova, ove le ritenga più attendibili, e non è tenuto ad ammettere gli ulteriori mezzi di prova...»
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Cassazione civile, Sez. Lavoro, sentenza n. 15737 del 21 ottobre 2003
«Le presunzioni semplici costituiscono una prova completa alla quale il giudice di merito può attribuire rilevanza, anche in via esclusiva, ai fini della formazione del proprio convincimento, nell'esercizio del potere discrezionale,...»
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Cassazione civile, Sez. I, sentenza n. 5045 del 9 aprile 2002
«In tema di prove, è inammissibile la c.d. praesumptio de praesumpto , non potendosi valorizzare una presunzione come fatto noto, per derivarne da essa un'altra presunzione. (Nella specie, alla stregua del principio di cui alla massima, la S.C. ha...»